Quando guardo le serie tv ambientate in posti caldi come Australia o California e spunta la puntata di Natale, mi viene una grande invidia.
Io il freddo non lo sopporto, e per quanto mi possa piacere la neve, la cioccolata calda e la copertina davanti al camino, scambierei tutto questo immediatamente e senza rimorso per una spiaggia di sabbia fina, un margarita[1], un buon libro e l’acqua salata dell’oceano sulla pelle abbronzata.
Finora però, il sogno di andare a festeggiare Natale al mare è solo un sogno, un desiderio forse irrealizzabile, vuoi per le tradizioni di famiglia, vuoi per il budget sempre così limitato di noi precari…
Ad ogni modo quando fra gli scaffali della libreria in Centro ho letto “Fuga dal Natale” fra i titoli, mi sono avvicinata attratta come una falena dalla luce. Quando poi ho visto che l’autore era John Grisham[2] ma che questo romanzo con la copertina rossa e verde (non a caso!) NON era un legal thriller la mia curiosità è salita ai massimi livelli.
Voglio dire, Grisham non è “un autore” di legal, è L’AUTORE di legal!!!
Penso in casa dei miei ci siano almeno tre scaffali pieni dei suoi romanzi, alcuni dei quali dei veri capolavori.
È vero che quando uno scrittore è bravo può scrivere di qualsiasi cosa. Ma sono sempre un po’ scettica quando gli autori che si sono creati una loro nicchia nel panorama letterario dedicandosi sempre allo stesso genere decidonodi cimentarsi in qualcos’altro.
Sarà all’altezza?
Si sarà montato la testa?
Si è voluto togliere uno sfizio?
L’ho preso senza troppe aspettative, ma la trama mi piaceva, rispecchiava assolutamente il mio desiderio di fuga da tutte le manfrine delle feste comandate e dal freddo, l’autore comunque lo conoscevo e mi era sempre piaciuto… perché non tentare.
Ho fatto benissimo!
“Fuga dal Natale ” è uno di quei romanzi che leggi ridendo e con assoluta spensieratezza, ma che allo stesso tempo ti delizia con la sua aspra critica, tutt’altro che velata, verso l’ipocrisia e l’intransigenza a oltranza della classe borghese e tendenzialmente conformista.
Una serie di equivoci e gag che ti trasportano nelle contraddizioni quotidiane di tutti noi; per quanto il cuore sia con Nora e Luther e il loro desiderio di fuga, di cambiamento e di libertà, (più convinto lui di lei a dir la verità), non si può fare a meno di rivedersi un po’ nei vicini impiccioni ma buoni e generosi che vogliono trattenerli, che fanno loro dispetti, ma che poi nel momento del bisogno ci sono.
Mi ha ricordato molto la mia meravigliosa, numerosa all’inverosimile, famiglia! Per quanto si possa bisticciare, lamentare, sognare una fuga dal Cenone, alla fine si può sempre contare su di loro, con la certezza che una risata sarà sempre assicurata.
<<Alzò gli occhi al suo comignolo da dove lo guardava il Frosty dei Brixley. Faccione sorridente, cappello a cilindro, pipa di tutulo. Tra le evoluzioni dei fiocchi di neve, Luther ebbe l’impressione che il pupazzo gli facesse l’occhiolino.>>[3]
Dal libro hanno tratto anche un film altrettanto divertente e ben riuscito (stranamente), e consiglio di leggere il libro e poi vedere il film verso metà Novembre quando iniziano a propinarci le pubblicità a tema, le strade cominciano a trasformarsi e il desiderio di fuga si fa quasi insopprimibile.
Perché alla fine di tutto, questo libro è anche un omaggio al tanto bistrattato Natale, al vero spirito della festa e al bisogno di avere qualche certezza nella vita, fosse anche l’insopportabile tradizione delle sedici portate….

L’ha ripubblicato su Thr0ugh The Mirr0re ha commentato:
Oggi, 18 agosto, mi fa strano pensare al Natale, ma proprio due giorni fa sono entrata in un negozio di oggetti natalizi, con tanto di musiche e neve finta… della serie non è mai troppo presto per pensare ai regali…
anche se, onestamente, questo 2020, sento che Natale sarà estremamente duro. E’ un anno particolare. Ce ne ricorderemo.
Forse, non lo potremo nemmeno festeggiare. Chissà. Io comunque, rimango dell’idea che prima o poi vorrei trovarmi sulla spiaggia in quel periodo….
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