Prendete del vino rosso, pop corn e mettetevi comodi sul divano. Scommettiamo che vi saprò incantare?
Viviamo in una società in cui nessuno vuole assumersi la responsabilità. Un uomo può commettere errori, ma può sempre affermare che è a causa di qualcosa altro, forse ha avuto un’infanzia molto infelice, forse è stato influenzato dal politico di turno, o dai film che guarda.
Di certo non è colpa sua!
Questo è un pensiero molto diffuso e nel corso degli anni l’ho ritrovato sia nella vita quotidiana sia in film, telefilm e libri. Si cerca sempre di giustificare il male, forse perché l’idea che qualcuno lo faccia consapevolmente, con intenzione di nuocere, ci spaventa troppo. È più facile se pensiamo che quella persona non aveva scelta, era disturbato, o manipolato o inconscio delle brutte azioni.
Oggi, la giustificazione principale sono i media. I media sono violenti. I media incitano alla violenza. Ma anche fosse, è davvero così facile farsene influenzare? Non è forse vero che esiste un’individualità personale che può e deve impedire che i media, o qualsiasi altra motivazione esterna, ci induca a comportarci peggio delle bestie?
Se la razionalità è ciò che ci distingue dal resto del mondo animale, come mai è così semplice additare qualcosa altro da noi, piuttosto che prendersi la responsabilità delle nostre azioni?!
Responsabilità.
Congruenza con un impegno assunto o con un comportamento, in quanto importa e sottintende l’accettazione di ogni conseguenza, spec. dal punto di vista della sanzione morale e giuridica: assumersi, addossarsi, prendersi la r. di un’azione; una grande, una grave r.; mi assumo per intero la r.; non voglio alcuna r.
Non sono qui per scrivere un saggio sulle responsabilità personali, ma leggendo “Pop Corn” non posso fare a meno di riflettere su questo argomento. La cosa più agghiacciante di questo thriller di Ben Elton del 1997 è la totale attualità. A venti anni di distanza è ancora pericolosamente vicino a quello che potrebbe succedere!
Tralie Graphic
“Wayne e Scout sono psicopatici che uccidono persone senza motivo apparente. In realtà hanno preso a modello Bruce Delamitri, un famoso regista di crime, che, secondo i due assassini, deve assumersi la responsabilità delle sue azioni, e per questo entrano nella sua casa la notte degli Oscar e iniziano uno show al massacro. Il piano di Waynes e Scout è mandare Bruce in diretta su ogni rete televisiva per ribadire che i suoi film hanno avuto un impatto così profondo su di loro da spingerli ad uccidere. In questo modo Wayne e Scout, sebbene colpevoli, non sono responsabili in ultima analisi e potrebbero evitare la sedia elettrica. Se Bruce non ammetterà la sua responsabilità di fronte alle telecamere, loro uccideranno tutti i presenti a casa di Bruce, compresa la figlia piccola. Il dibattito televisivo non fa molto share, ma quando uno degli assassini spara e uccide uno degli ostaggi improvvisamente le visualizzazioni salgono alle stelle. Wayne e Scout allora fanno una proposta, smetteranno di uccidere solo se TUTTI spegneranno la tv. Se non ci sarà nemmeno uno spettatore a guardare, gli ostaggi saranno salvi. Se le persone continueranno a guardare invece, il massacro continuerà….”
La parola “responsabilità” viene spesso utilizzata in tutto il romanzo, sia nel testo narrativo che nel dialogo. Ma chi è il responsabile qui? I media? Gli assassini? Bruce? O… gli spettatori? In fondo basterebbe spegnere la tv per salvare la vita di queste persone. Ma… lo faranno?
E tu, lo faresti?
La morte è una scommessa, la curiosità, l’inganno, la probabilità che lo faccia sul serio, l’adrenalina. Valar Morgulis dicono in GoT, e allora perché non goderne? Non è dai tempi dei gladiatori nel Colosseo che la morte è uno show? Non scommettevano forse sulla tigre o sul gladiatore migliore? Perché oggi dovrebbe essere diverso? Perché siamo evoluti? Lo siamo?????
Dieci anni dopo al cinema è uscito “Live- ascolti record al primo colpo” con Eva Mendes, nel quale viene deciso che i soliti reality show sono diventati noiosi, è tempo di alzare la posta in gioco: verrà trasmessa in diretta una grande Roussian Roulette! Gli spettatori vedranno in live le persone spararsi in testa, i vincitori avranno un mucchio di quattrini… il perdente…
Un altro esempio estremo. Un altro esempio nel quale basterebbe che NESSUNO accendesse la tv.
Eppure…
“Pop Corn” è una di quelle letture che porta il lettore a chiedersi che tipo di persona sia. Lascerebbe morire gli ostaggi per appagare la propria curiosità? “In fondo, se non guardo io lo farò qualcun altro…”. E a chi dà la colpa? A Wayne e Scout o a Bruce e i suoi film estremamente violenti?
La responsabilità è di chi compie materialmente l’azione o di chi la guarda senza fermare? Non è un romanzo per deboli. Non è un romanzo per chi si lascia scivolare la vita addosso. È un romanzo che ti pugnala con la sua crudele ironia, e che a distanza di venti anni è così attuale da far impallidire. Non siamo ancora arrivati all’omicidio in diretta, ma potreste metterci la mano sul fuoco che qualche produttore non l’abbia davvero proposto?
Se la razionalità è ciò che ci distingue dal resto del mondo animale, come mai è così semplice additare qualcosa altro da noi, piuttosto che prendersi la responsabilità delle nostre azioni?!
L’ha ripubblicato su Thr0ugh The Mirr0re ha commentato:
Se la razionalità è ciò che ci distingue dal resto del mondo animale, come mai è così semplice additare qualcosa altro da noi, piuttosto che prendersi la responsabilità delle nostre azioni?!
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