Mi piacerebbe prendere più libri dalle biblioteche, ma non ci riesco perché per me il libro è come un caro amico e non riesco a riporlo sullo scaffale di qualche sconosciuto, pensando che magari potrebbe trattarlo male. E così tendo a comprarli, ma le mensole sono quelle che sono e a volte traboccano e in attesa di rifornirsi di nuove non posso certo smettere di leggere! Così, raramente, capita che mi faccia prestare dei titoli.
I libri presi in prestito sono diversi dagli altri, perché si portano dentro il passato di chi li ha letti prima di noi: che sia per una pagina spiegazzata, o per gli spigoli di carta un po’ deformati, per un appunto a lato, per il biglietto del cinema a far da segnalibro, una macchia di caffè, una sbavatura dove è caduta una briciola… ci rivelano qualcosa del lettore precedente, qualcosa di intimo…
Un libro prestato è un enorme atto di fiducia.
Io per esempio non sono propensa a prestare i libri a meno che non sia uno scambio e so che donando il mio tesoro ne prendo un altro a pegno e quando andrò a richiederlo indietro avrò un ostaggio.
Ho preso in ostaggio Tre Dollari di Elliot Perlman ben dieci anni fa, scambiandolo con un libro di Grisham, e come succede a volte, si è avverato il mio incubo: non è mai tornato indietro. La persona con la quale avevo stretto il patto di fiducia si è trasferita senza tener conto di dover ancora dare e riprendersi qualcosa. Poco male per me, però, perché mentre del romanzo che le avevo dato io ne avevo una seconda copia (regalata a papà da un collega qualche mese prima), la copia di Tre Dollari era unica e sola.
E ormai, mia.
La trama[1] mi aveva subito intrigato, ma è stato l’odore della copertina a conquistarmi: un misto fra l’odore del bosco con i primi raggi del sole e la strada bagnata dopo un temporale. L’odore della primavera.
Confermato dal fatto che il suddetto lettore l’aveva appunto finito nel parco sotto casa in una giornata tipicamente aprilina, con sole e pioggia a contendersi il cielo.
Purtroppo, come ho già più volte affermato in questa sede, per me leggere in un parco in primavera equivarrebbe a morte certa, per cui ho optato per la terrazza condominiale di asfalto ma pur sempre a cielo aperto.
Mi sono preparata una tisana[2], portata dei biscotti farciti, una coperta nel caso facesse freddo, un ventaglio nel caso facesse caldo e mi sono piazzata lì a leggere.
Questo libro si concentra su tre temi a me molto cari: gli affetti, i soldi, le responsabilità!
Lo fa con una certa dose di ironia e a tratti fa anche ridere ma la storia è poco più di un pretesto per sottolineare quanto sia sottile la linea che separa l’amore dalla solitudine e dalla sofferenza nei suoi aspetti sia concreti che etici. E quanto sia facile cadere nella trappola della routine e pensare che sarà sempre così.
E invece è fin troppo facile trovarsi a vagare con soli tre dollari in tasca.
È un romanzo che fa riflettere molto. Su cosa conti davvero, su come si può reagire di fronte alle difficoltà, su come cercare di prevenire gli imprevisti.
Cosa potrei fare con soli tre dollari? Mi sono chiesta. Certo io non ho un figlio né un marito, ma rimangono pur sempre tre miseri dollari.
Potrei comprare un giornale dove cercare gli annunci di lavoro. Oppure darli a uno dei tanti clochard e chiedere a loro come campare senza niente.
Potrei comprare una colazione abbondante, che a stomaco pieno si pensa meglio, dicono….
… ma conoscendomi, andrei a un mercatino e mi comprerei l’ennesimo libro.
[1] La vita di Eddie Harnovey non dovrebbe essere né tragica né eccezionale; perché Eddie è un uomo normale, mediamente colto, un ingegnere chimico con un buon lavoro nell’amministrazione pubblica, una moglie che ha conosciuto ai tempi dell’università, una bella figlia e il mutuo da pagare. Eppure, a trentott’anni, Eddie si ritrova con tre dollari in tasca, una giacca strappata e tutto da rifare. E con l’unica certezza di vedere la misteriosa Amanda ogni nove anni e mezzo, puntualmente, come se quella che è palesemente un’eccezione, fosse diventata una regola. Ma Eddie non sa perché vede Amanda, non sa che cosa lei possa rappresentare nella sua vita così precaria; sa invece che il mondo intorno a lui gira sempre più vorticosamente…
[2] Tisana fiorita di primavera
Il risveglio dell’anima e del corpo con il sole e i colori che ci sono attorno si accompagna di fiori, erbe e frutti delicati ma dalle notevoli proprietà.
Acqua limpida, fiori, aria fresca: la tisana della primavera deve sapere di queste cose per renderci anche allegri e gioiosi nello spirito.
Ingredienti:
> fiori di primula 30%,
> foglie di menta piperita 30%,
> scorze di arancia 10%,
> melissa 30%
Preparazione: mettere nella tisaniera 10 gr della miscela di erbe, immergerla in 1 litro di acqua bollente e lasciare in infusione per 10 minuti
L’ha ripubblicato su Thr0ugh The Mirr0re ha commentato:
Ho preso in ostaggio Tre Dollari di Elliot Perlman ben dieci anni fa, scambiandolo con un libro di Grisham, e come succede a volte, si è avverato il mio incubo: non è mai tornato indietro. La persona con la quale avevo stretto il patto di fiducia si è trasferita senza tener conto di dover ancora dare e riprendersi qualcosa. Poco male per me, però, perché mentre del romanzo che le avevo dato io ne avevo una seconda copia (regalata a papà da un collega qualche mese prima), la copia di Tre Dollari era unica e sola.
E ormai, mia.
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