C’è un momento esatto, nella vita di ognuno di noi, in cui scopriamo chi siamo davvero.
Il momento di scoperta di me stessa risale ad un sabato pomeriggio di primavera: quel giorno sono diventata una telefilmAddicted.
Avevo poco più di 8 anni, avevo acceso la tv probabilmente alla ricerca di qualche cartone animato, a quell’epoca ero molto presa anche dai videogiochi, quindi con grosse probabilità, delusa dal palinsesto televisivo avevo già immaginato di ripiegare sulla playstation e quindi a tuffarmi in un avventura in giallo e blu: Ero certa che pacman avrebbe allietato la mia giornata…e invece no.
Quel pomeriggio, per la prima volta, mi sono imbattuta nel primo telefilm che io abbia mai visto: Buffy the vampire slayer.
Ricordo ancora l’episodio che stavano mandando in onda, quello in cui Warren Mears aveva creato una Buffy robot!
Non ricordo esattamente cosa mi colpì di quell’episodio, ma so che quando mi chiedono come è iniziata la mia brillante carriera da telefilm addicted la prima immagine che la mia mente mi fornisce è il faccione di Warren intento a programmare Buffybot.
Purtroppo ai tempi non vi erano tutte queste piattaforme ad abbonamento con le quali era possibile recuperare serie tv, si era costretti a seguire la programmazione italiana che a volte era più lenta del bradipo Sid dell’era glaciale.
Ahimè, io e la mia nuova eroina ci perdemmo di vista.
A quei tempi il distacco non fu affatto doloroso, ma provate ora a privarmi di uno dei miei telefilm preferiti e scoprirete che l’ira di una telefilm addicted munita di mestolo e cucchiarella può essere atroce.
Più tardi mi appassionai ad un nuovo telefilm: Streghe.
Col sennò di poi ho capito che le due serie tv mi appassionavano allo stesso modo poiché alla base hanno la stessa storia vincente, dopo anni e anni di supereroi maschi e donzelle in bisogno di aiuto, Streghe, proprio come Buffy, raccontava la storia di tre ragazze forti e decise.
Buffy racconta la storia di una normalissima ragazza californiana che a poco più di 16 anni scopre di essere “La prescelta”.
Ambientato nella città fittizia di Sunnydale in California, Buffy combatte contro le forze del male con l’aiuto dei suoi amici fidati, la sua “scooby gang”.
La frase principale dello show era la seguente:
“In every generetion there is a Chosen One. She alone will stand against the vampire, the demons, and the forces of darkness.
She is the Slayer”
Inutile dire che la frase ha il suo effetto, dopotutto ero solo una ragazzina che per la prima volta vedeva una ragazza mettere a tappetto vampiri mostruosi e demoni invincibili.
Tutti sappiamo che il punto forte di Buffy è sempre stato questo: ha dato nuova linfa ai caratteri femminili nelle nuove narrazioni televisive, per la prima volta era una ragazza salvare un ragazzo anche abbastanza fifone, il giovane Xander.
Per la prima volta la ragazza bionda non era la svampita di turno, ma una Donna capace di sacrificarsi per il bene supremo e per quello delle persone a cui è legata.
Indubbiamente nella storia c’è un piccolo accenno di storia romantica tra la protagonista e un tenebroso vampiro, una storia impossibile che, nonostante non sia il nucleo del racconto, per tutte e 7 le stagione, con una certa prepotenza, si fa spazio nella storia.
Si perché tutto ciò che l’ammazzavampiri vive, le resta addosso, è come se ogni esperienza, positiva o negativa vissuta, si tramutasse in un pezzo di stoffa che pezzo dopo pezzo diventa la sua seconda pelle.
Buffy è un personaggio, che anche soltanto a guardarlo è capace di raccontare il dolore, la forza, la paura e il coraggio che ha e che ha vissuto.
Penserete che sono di parte dal momento che è uno dei miei telefilm preferiti, ma in realtà l’impatto della cacciatrice sul mondo delle serie tv è stato davvero impressionante e a rafforzare la mia tesi vi è il fatto che è ritenuta la figura principale della “pop culture” o ancora gli studi universitari incentrati su di essa.
E seppur i “Buffy studies”, non siano ritenuta una materia vera e propria, vi sono diversi scritti universitari che trattano la sua storia.
Per mia fortuna, Italia1 decise che era giunto il momento per me di poter vedere la serie completa, stavolta però la messa in onda era prevista per la seconda serata, così munita di un plaid, toast alla nutella&kindermaxi*, e un cane dal pelo biondo di nome …Buffy, sera dopo sera divoravo gli episodi che venivano mandati in onda.
E così ha avuto inizio la mia vita da telefilm Addicted, e le occhiaie che ancora oggi porto come una cicatrice di guerra!
Per coloro che non hanno mai visto Buffy
…scherzo!
Vi invito però a rimediare, perché non si può essere telefilmAddicted, se non si è fatto bingewatching di Buffy.

*Toast alla nutella&kindermaxi
(la ricetta è mia)
Ingredienti per due persone:
-8 fette di pancarré
-Nutella q.b
-3 kinder maxi
Procedimento:
Spalmiamo abbondante la nutella su entrambe le fette di pancarré e disponiamo due pezzetti di kinder maxi al centro di ogni toast.
Accendiamo la tostiera, la imburriamo e adagiamo dentro i nostri toast, chiudiamo bene e lasciamo cuocere per circa 2 minuti.
Anche io ho iniziato la mia dipendenza da serie tv con Buffy, la adoro, è ancora una delle mie serie preferite!!!
Però ho paura che con la tua ricetta diventerei tutta “ciccia e brufoli” ahahaha
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Sono assolutamente d’accordo, anche il mio animo telefilm addicted è nato nel con Buffy! Unico, vero, infinito e grande amore.
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L’ha ripubblicato su Thr0ugh The Mirr0re ha commentato:
Per la prima volta la ragazza bionda non era la svampita di turno, ma una Donna capace di sacrificarsi per il bene supremo e per quello delle persone a cui è legata.
Indubbiamente nella storia c’è un piccolo accenno di storia romantica tra la protagonista e un tenebroso vampiro, una storia impossibile che, nonostante non sia il nucleo del racconto, per tutte e 7 le stagione, con una certa prepotenza, si fa spazio nella storia.
Si perché tutto ciò che l’ammazzavampiri vive, le resta addosso, è come se ogni esperienza, positiva o negativa vissuta, si tramutasse in un pezzo di stoffa che pezzo dopo pezzo diventa la sua seconda pelle.
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