“Nolite te bastardes carborundorum”

 

 

q
«Ma quanti premi sta vincendo questa serie tv? La vedo candidata[1] ovunque!»
«Premi della critica o del pubblico?»
«È questa la cosa sconvolgente: entrambi!»
«Wow! Bisogna iniziarla allora»
«Aspetta, c’è di meglio»
«Cosa?»
«E’ tratta da un libro: The Handsmaid’s Tale[2] di Margaret Atwood[3]»
«La stessa Atwood di Alias Grace????»
«Sì»
«Domani lo prendo in libreria!!!»

 

È andata proprio così, niente ricerche di trama, ambientazione, o altro. Mi sono subito fidata dell’autrice che avevo conosciuto grazie ad un altro romanzo meraviglioso dal quale a breve trarranno (o forse hanno già tratto, devo informarmi) una serie tv: Alias Grace. Un romanzo che mi ha tenuta col fiato sospeso fino alla fine e che mi ricordo ancora come se l’avessi letto ieri nonostante in realtà siano passati almeno dieci anni!

Non so perché in tutto questo tempo non abbia mai letto altro di questa autrice fantastica, forse l’avevo in lista ma nel frattempo sono usciti talmente tanti altri libri che mi è passata di mente. Male male. Bisogna assolutamente rimediare.

Come sentenziato la sera della scoperta, la mattina dopo sono andata a lavoro e mi sono comprata la mia copia di “Il racconto dell’Ancella”, curiosa e piena di aspettative visto anche il successo della serie tv da esso trasposta.

 

“Vivevamo di abitudini. Come tutti, la più parte del tempo. Qualsiasi cosa accade rientra sempre nelle abitudini. Anche questo, ora, è un vivere di abitudini. Vivevamo, come al solito, ignorando. Ignorare non è come non sapere, ti ci devi mettere di buona volontà. […] Noi eravamo la gente di cui non si parlava sui giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e questo ci dava più libertà.
Vivevamo negli interstizi tra le storie altrui.”[4]

 

Devo dire che non sono rimasta affatto delusa, semmai agghiacciata!!!! Perché il futuro così assurdo e conservatore e misogino di cui narra la protagonista senza nome, se non quello affidatole dal Sistema, cioè Difred (Di Fred, di proprietà del padrone di nome Fred), non è poi così lontano dalla possibilità che si realizzi.

Vorrei fosse così. Vorrei davvero pensare che sia frutto di una fantasia perversa e irrealizzabile, ma se rifletto sulla politica odierna di un bel po’ di Paesi, mi sento pervadere da un brivido di pura paura.
Per il “bene superiore” alle donne e ai poveri, vengono mano a mano tolti i diritti, e siccome è per “il bene più grande” all’inizio nessuno protesta. Poi, quando ci si accorge che si sta tornando alla schiavitù è troppo tardi, e ogni ribellione viene soffocata a suon di sparatorie.

Vi suona così assurdo?

Non a me.

E andando avanti nella lettura mi sono sentita sempre più angosciata, alle donne non è più permesso leggere e sono etichettate in varie mansioni sociali distinte da una divisa con colori diversi: le Ancelle in rosso, le Mogli in azzurro, le Zie in nero ecc.. Difred è spaccata in due: da una parte il ricordo della vita “vecchia”, quella in cui c’era libertà, aveva un lavoro, viveva con un uomo divorziato da cui ha avuto una figlia, che le è stata portata via dal nuovo Governo. Dall’altra la nuova se stessa che cerca faticosamente di adattarsi alla nuova vita, perché in fondo ci si abitua a tutto, anche alle torture quotidiane. Ed è questo che mi ha davvero devastato più di ogni cosa.

 

“Non temono che ce ne andiamo di nascosto. Non arriveremmo lontano. Temono altre fughe, quelle che puoi aprirti dentro, se hai un oggetto con un bordo tagliente.“[5]

Ci sono degli sbocchi di speranza, fortunatamente, personaggi simil positivi che danno a DiFred e a noi lettori una piccola ma indispensabile fiducia nel cambiamento, una lucciola nel buio. E con loro scorriamo la vita pagina per pagina fino a ….

Be, non posso certo svelarvi il finale!

Va letto. VA LETTO. VA LETTOOOOOOOOO!!!!!

Come ogni romanzo distopico – politico -religioso, va letto per fermare in tempo eventuali pazzie del genere. Per ricordarci ogni minuto che tutto ciò che viene fatto per “un bene superiore” non porta altro che morte e distruzione! Che togliere i diritti umani a qualsivoglia persona, etnia, genere è SEMPRE SBAGLIATO.

Possono sembrare concetti banali, ma purtroppo sentendo e leggendo i vari discorsi fatti in giro preferisco ribadirlo con convinzione e a voce ben alta!

Prima che sia troppo tardi….

“Siete una generazione di transizione, diceva Zia Lydia. Per voi è più difficile. Sappiamo che da voi si attendono dei sacrifici. È duro subire l’oltraggio dagli uomini. Per quelle che verranno dopo, sarà più facile, perché accetteranno il loro dovere con cuore volonteroso. Non diceva: perché non avranno ricordi. Diceva: perché non vorranno cose che non possono avere.[6]

 

Dopo aver concluso la lettura, ho deciso di continuare a farmi del male con la serie tv firmata Hulu con protagonista la meravigliosa Elisabeth Moss, coadiuvata da un cast[7] splendido e perfettamente in parte.

Per fortuna fra poco è Natale, penso mi farò una scorpacciata di sitcom dopo questa batosta!  Consiglio entrambi, libro e serie tv, perché valgono entrambe la pena, con le loro differenze innanzitutto, e per le loro similitudini. Per le interpretazioni da Golden Globe, che se all’inizio di questa avventura mi stupivo dei tanti premi ai quali era candidato il cast, adesso mi sembrano pochi! E per ricordarci che vale SEMPRE la pena COMBATTERE PER I NOSTRI DIRITTI!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/The_Handmaid%27s_Tale_(serie_televisiva)#Riconoscimenti
[2] Il romanzo è stato adattato per il cinema nel 1990 nel film Il racconto dell’ancella diretto da Volker Schlöndorff e interpretato da Natasha Richardson nel ruolo della protagonista Difred.
Nel 2000 dal romanzo è stata tratta un’opera omonima, The Handmaid’s Tale, su partitura del compositore danese Poul Ruders e libretto di Paul Bentley. Nel 2017 viene realizzata la serie televisiva The Handmaid’s Tale con Elisabeth Moss nel ruolo della protagonista.
[3] http://biografieonline.it/biografia-margaret-atwood
[4] Dal romanzo.
[5] Dal romanzo.
[6] Dal romanzo.
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/The_Handmaid%27s_Tale_(serie_televisiva)#Personaggi_e_interpreti

7 pensieri riguardo ““Nolite te bastardes carborundorum”

  1. Wow hai avuto esattamente lo stesso mio pensiero. Solo che non avevo letto niente dell’autrice. Però diciamo che mi fido del “non strafare” quando si fa una trasposizione di un romanzo in un film oppure in una serie tv. E mi sono detto… cazz il romanzo sarà qualcosa di magnifico! E l’ho messo in lista. Il problema, con le liste, è che hai tanto di quel tempo da dedicarci alle letture che nel mentre vorresti passare del tempo a guardare una qualche serie tv. Ma se le hai viste praticamente tutte?! Alla fine so già come andrà, passerà il tempo, io leggerò altre cose e dopo 6 mesi di papabile attesa mi dirò: ma si, tanto con tutto quel che c’e da leggere un romanzo in meno mica muoio… e mi guarderò la serie… mettendo il nome del romanzo tra gli ultimi della lista… solo io faccio così?! 🤔

    Piace a 1 persona

    1. No, anche io mi ritrovo spesso a dover scegliere avendo poco tempo…
      In questo caso specifico ti dico che la serie (in produzione di una seconda stagione) non solo è molto fedele allo stile dell’originale, ma ha aggiunto qualcosa di più contemporaneo che intriga! Quindi per una volta mi sento di dirti di guardare la serie tv senza problemi, e- se un giorno ti andrà e sarai a corto di letture- fai sempre in tempo anche a leggere anche il libro 😉

      Piace a 1 persona

  2. L’ha ripubblicato su Thr0ugh The Mirr0re ha commentato:

    astardes carborundorum”
    Date: 6 dicembre 2017
    Author: Gioia
    6 Commenti
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    q
    «Ma quanti premi sta vincendo questa serie tv? La vedo candidata[1] ovunque!»
    «Premi della critica o del pubblico?»
    «È questa la cosa sconvolgente: entrambi!»
    «Wow! Bisogna iniziarla allora»
    «Aspetta, c’è di meglio»
    «Cosa?»
    «E’ tratta da un libro: The Handsmaid’s Tale[2] di Margaret Atwood[3]»
    «La stessa Atwood di Alias Grace????»
    «Sì»
    «Domani lo prendo in libreria!!!»

    È andata proprio così, niente ricerche di trama, ambientazione, o altro. Mi sono subito fidata dell’autrice che avevo conosciuto grazie ad un altro romanzo meraviglioso dal quale a breve trarranno (o forse hanno già tratto, devo informarmi) una serie tv: Alias Grace. Un romanzo che mi ha tenuta col fiato sospeso fino alla fine e che mi ricordo ancora come se l’avessi letto ieri nonostante in realtà siano passati almeno dieci anni!

    Non so perché in tutto questo tempo non abbia mai letto altro di questa autrice fantastica, forse l’avevo in lista ma nel frattempo sono usciti talmente tanti altri libri che mi è passata di mente. Male male. Bisogna assolutamente rimediare.

    Come sentenziato la sera della scoperta, la mattina dopo sono andata a lavoro e mi sono comprata la mia copia di “Il racconto dell’Ancella”, curiosa e piena di aspettative visto anche il successo della serie tv da esso trasposta.

    “Vivevamo di abitudini. Come tutti, la più parte del tempo. Qualsiasi cosa accade rientra sempre nelle abitudini. Anche questo, ora, è un vivere di abitudini. Vivevamo, come al solito, ignorando. Ignorare non è come non sapere, ti ci devi mettere di buona volontà. […] Noi eravamo la gente di cui non si parlava sui giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e questo ci dava più libertà.
    Vivevamo negli interstizi tra le storie altrui.”[4]

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