Correva l’anno duemilaCREDICI e la “piccola” Sabrina si trovava in un posto dove le sue vocine nella testa la facevano sentire un pescetto fuor d’acqua, non adatta alla situazione né, tantomeno, al contesto. L’unica soluzione che le pareva in quell’istante possibile era quella di scappare, di evitare quel momento increscioso e procrastinare il problema, per affrontarlo circa una quindici giorni dopo, con la speranza di essere stata più preparata, più lucida e, soprattutto, più coraggiosa. Procrastinare era diventata per lei la parola del giorno di tanti, infinti giorni: nessuno le aveva mai posto un limite, sbarrato la strada, nessuno le aveva mai dato quella fiducia che lei stessa pensava di non meritare. Ma era l’anno duemilaCREDICI e qualcosa, in un modo del tutto inaspettato, sarebbe cambiato. Un perfetto sconosciuto, qualcuno di mai visto né sentito prima, ha anteposto il bene di Sabrina al suo ed ha insistito affinché lei affrontasse la sua “balena bianca”. Non lo ha fatto con prepotenza, non le ha sbattuto in faccia la sua immaturità, ha bensì fatto una cosa semplice, ma importante: ha mostrato di credere in lei. Ha usato poche parole, ma quelle giuste: ha impedito che lei andasse via. Per la prima volta, dopo chissà quanto tempo, Sabrina ha sentito che anche lei ne valesse la pena. La pena di cosa? La pena di restare. Se non ci fosse stata Sabrina, il perfetto sconosciuto sarebbe potuto andare via prima. Se non ci fosse stato questo perfetto sconosciuto, Sabrina sarebbe scappata per l’ennesima, pleonastica, volta. Questo perfetto sconosciuto era stata la persona giusta al momento giunto, la persona di cui Sabrina aveva bisogno, anche se non ci aveva mai minimante pensato.
Troppe volte, in altri contesti, Sabrina aveva visto le persone rinunciare, arrendersi con lei: bastava davvero pochissimo per far loro desistere e decretare che quel gioco non ne sarebbe valsa la candela. Tutte persone che avevano deciso di non perdere tempo con Sabrina.
E questo perfetto sconosciuto non solo ha davvero aiutato Sabrina, ma anche fatto il bis, e poi anche il tris! e poi basta! L’ha perso di vista, com’è giusto (?) che fosse. La terza volta è stata una cosa semplice, neanche troppo impegnativa, ma la seconda volta si è trasformato per Sabrina in un vero e proprio deus ex machina. Di sua spontanea volontà ha insistito per risolvere un problema davvero increscioso di Sabrina e ancora oggi non si sa quanti chilometri o giro della Peppa si sia dovuto sorbire pur di farle quel particolare favore.
Quando si riceve questo tipo di attenzione, questi gesti gentili a cui non si è per nulla abituati, succede che la testolina di Sabrina inizia a fantasticare più del solito, succede che la persona autrice di quelle azioni diventi l’oggetto dei pensieri più frequenti di Sabrina.
Le leggi non scritte dicono che se si riceve una cortesia è buona educazione dire “Grazie” (ripetuto 3435467373893023 volte da Sabrina, con tanto di mani giunte e inchini con la testa), non di certo scrivere sul proprio diario il nome del “cavaliere senza macchia e senza paura” con tanto di cuoricini rossi intorno … giusto quello mi è mancato!
Non ho un diario e non ho 15 anni, quindi anche se materialmente non è successo, nella mia mente quel nome è stato scritto più e più volte.. come è stato scritto su Google, e su Facebook, e su Instagram!!
No, la “piccola” Sabrina non si è trasformata in una stalker ma in un’avida assettata di conoscenza del genere umano.. ( che poi, in questo caso specifico, genere umano si sia ridotto ad un unico e solo elemento, è un dettaglio del tutto trascurabile).
Più Sabrina cercava informazioni in rete dell’oggetto in questione, più i suoi occhi si illuminavano. Non solo l’oggetto in questione era stato gentile con lei, ma era una persona davvero intelligente, interessante, e con un modo di parlare che non so spiegare, ma che a Sabrina faceva andare in brodo di giuggiole.
Dopo l’irrazionale ricerca di informazioni, Sabrina si è fermata un attimo a pensare:
“Ma perché sono rimasta così colpita da questa persona? Alla fine, anche se in modo davvero molto partecipe, stava semplicemente facendo il suo lavoro. Quello che ha fatto per me lo avrebbe fatto quasi sicuramente anche per chiunque altro..”
Tutto giusto, ma tutto troppo tardi… il cuoricino di Sabrina iniziava a battere più forte ogni volta che casualmente lo incontrava, e la cosa peggiore è che l’aggrediva una tale secchezza delle fauci che faceva fatica e parlare, tale che poteva sembrare il tragicomico Fantozzi quando cercava di interloquire con la mitica signorina Silvani.
Ora, a parte gli eventi specifici che mi avevano scossa interiormente, le possibili cause di tutti quei turbamenti erano due:
- Cupido, a tradimento, mi aveva trafitta con il suo dardo;
- Ero (e in parte sono tuttora, ahimè) talmente insicura e piatta di sentimenti che è bastato davvero un nonnulla per far smuovere in me un qualche movimento emotivo.
Rianalizzando il tutto, se la risposta fosse 1, Cupido è gentilmente pregato di voltarsi da qualche altra parte e dimenticarsi completamente che esisto, se invece la risposta si aggira intorno alla 2, come in questo momento della mia vita sinceramente penso, spero di lavorare sempre di più su me stessa e sulla mia anima affinché mi senta importante sempre, non quando un estraneo mi ci fa sentire.
Certo, in un certo momento, avrei anche potuto smetterla di fare tante elucubrazioni mentali e buttarmi e chiedere al (ormai quasi) perfetto sconosciuto di andarci a prendere un caffè insieme e, magari, se avesse accettato, iniziare a conoscerlo davvero, e dare una risposta un po’ più pratica alle cause dei miei turbamenti, ma anche se era l’anno del DUEMILACREDICI, il coraggio di mettermi così in gioco non c’era ancora.. oggi c’è?
Non ne sono del tutto sicura, ma cistolavorandotantissimo.
Buon lavoro, sono certa ne sarà valsa la pena 🙂
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Grazie mille!!!! 💚💚💚
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vai sabrina non mollare!
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Grazieeeeeeeeee!!!!!!!!!!
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L’ha ripubblicato su Thr0ugh The Mirr0re ha commentato:
A quanto oare, è ancora il duemilacredici 😅
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un consiglio buttati di più se no la vita la rimani a guardare
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