“Una zia Chic e Shock”

Sono diversi anni che ogni estate mi avvicino a questo romanzo dalla copertina fucsia, e poi per un motivo o per un altro, passo avanti, leggo altro. Ma non quest’anno, sistemando la camera e spolverando i libri, me lo ritrovo ancora una volta tra le mani, il giorno dopo devo andare al mare, così decido di metterlo nella borsa accanto alla crema solare.

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Graphic by: Gioia

“Davanti a noi si era materializzata una bambola giapponese. Aveva i capelli cortissimi, con una frangetta tagliata dritta che arrivava a lambire l’arco, molto accentuato, delle sopracciglia. Il suo abito di seta terminava in un lungo strascico a ricami d’oro. Anche le pantofoline che calzava erano d’oro, e tintinnanti di gioielli. Ai polsi, invece, tintinnavano braccialetti e braccialetti di giada e d’avorio. Le unghie, sicuramente le più lunghe che avessi mai visto, erano coperte da un delicato smalto verde acqua. Alle labbra scarlatte era languidamente appoggiato un interminabile bocchino di bambù.”[1]

 

Come ho potuto rimandare così a lungo????

È il primo pensiero che ho mentre mi immergo nella lettura e resto affascinata dall’eccentrica, meravigliosa, coinvolgente zia Mame[2], newyorkese dall’età indefinita, anticonformista e decisamente spassosa! È una di quelle donne che ti insegnano che la leggerezza non è mai superficialità, ma è un modo di vivere la vita libera da qualunque tabù o pregiudizio…

Tutti noi vorremmo avere una zia così, magari non che ci cresca, ma che ci porti in vacanza di tanto in tanto, a teatro, in campagna, in città, che ci mostri la vita insomma, che ci conduca sulla strada che i genitori non ci permetterebbero mai di intraprendere.

 

Risultati immagini per auntie mame gifSiccome Norah mi ripeteva sempre che i bugiardi vanno all’inferno, mi feci coraggio e sputai il rospo: «Solo che eri una persona molto strana e che finire in mano tua era un castigo che non avrebbe augurato neppure a un cane ma che i derelitti non possono fare tanto gli schizzinosi ed io altri parenti non ne avevo.»
Zia Mame prese fiato, con calma. Poi scandì: «Che bastardo.»
Misi mano al taccuino.
«La parola che hai appena sentito, tesoro, è bastardo» disse la zia con una vocina soave. «Si scrive bi-a-esse-ti-erre-di-o, e per la precisione significa “il tuo defunto genitore”. Adesso vestiti e andiamo.»[3]

 

Devo ammettere che la sorella di mio papà per un po’ è stata una specie di zia Mame per me, meno eccentrica, senza dubbio, ma è stato con lei che ho passato dei momenti davvero divertenti, bizzarri, avventurosi e fuori dagli schemi!
E mentre leggevo il libro ogni tanto mi ritrovavo a fermarmi e ricordarmi delle nostre disavventure, delle confidenze e delle giornate passate insieme lontane da problemi e responsabilità.

 

Avrei presto scoperto che per «mattino» zia Mame intendeva l’una del pomeriggio. Le undici erano «mattino presto», mentre le nove corrispondevano a «notte fonda»[4]

 

Risultati immagini per auntie mame gifE poi le atmosfere degli States anni Venti, Trenta e Quaranta sono spettacolari, con tutti i pregiudizi, i sotterfugi, i difetti spiattellati con una genuinità da farli sembrare pregi, ci viene nostalgia di quel mondo mai vissuto (e sinceramente a tratti spaventoso), e ci si chiede più e più volte se sia una storia vera – come verrebbe da pensare all’inizio, o inventata – come ci si aspetta verso la fine. Quello che si sa è che poco dopo la pubblicazione dei libro (1955) i librai ricevettero una lettera (di colore rosa, bianco e nero) redatta dalla stessa Zia Mame che diceva: “Caro, quel cialtroncello di mio nipote Patrick ha scritto un libro su di me che trovo estremamente scurrile. E soprattutto per nulla veritiero. Pensa, racconta che una volta mi sarei fatta beccare nuda in un dormitorio di Princeton. Smentisco nel modo più categorico: non era Princeton, era Yale. Dunque, sappi che farò causa a Patrick. Farò causa alla Vanguard Press. E, nel caso tu venda una sola copia del libro, farò causa anche a te. Baci baci baci, Mame.”

Marketing???
Verità???

In realtà poco importa perché questo romanzo scorre che è una meraviglia e avventura dopo disavventura ci sentiamo sempre più affezionati a questa splendida donna.
È adatto[5] all’Estate, con i suoi venti caldi e la voglia di viaggiare, vivere, sognare. È adatto a chi vuole riposare e godersi un po’ di serenità.

Non è assolutamente adatto ai bacchettoni.

Ma dubito che i bacchettoni passino per questo blog….

 

Ogni tanto mi immagino di essere la zia divertente e spensierata per i miei nipotini, una zia Mame un po’ meno rosa e fucsia, ma – come lei – quella di cui in paese si mormora perché spende e spande e fa feste e viaggi senza mai fermarsi.
Poi penso che sono pigra e povera e ridimensiono un po’.
Ma in fondo, sognare è ancora lecito… no?

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[1] Dal romanzo.
[2] Scritto negli anni cinquanta da Patrick Dennis (vero nome Edward Everett Tanner III) è diviso in undici episodi.
[3] Dal romanzo.
[4] Dal romanzo.
[5] Curiosità: Il fulmineo successo riscosso dal romanzo al momento della sua pubblicazione attrasse subito l’interesse dei produttori di Broadway, che ne acquistarono i diritti per uno spettacolo teatrale con protagonista Rosalind Russell. Sia la Russell che Peggy Cass (che interpretava il ruolo della segretaria Agnes Gooch) furono nominate ai Tony Awards del 1957 (ma solo la Cass vinse).
Nel dicembre del 1958 uscì nelle sale un adattamento cinematografico del romanzo, La signora mia zia: basato sul precedente allestimento teatrale, riproponeva la Russell e la Cass nei rispettivi ruoli. Il film risultò la pellicola di maggiore incasso negli Stati Uniti per l’anno 1959 e valse alla Russell una nomination all’Oscar e la vincita di un Golden Globe.
Nel 1966 fu la volta di una versione musical, intitolata Mame, con Angela Lansbury nei panni della protagonista, ruolo che le valse un Tony Award. Lo spettacolo fu un trionfo e anche di esso fu tratto un omonimo film, nel 1974, in cui il ruolo dell’eccentrica zia era stavolta impersonato da Lucille Ball. Il film ottenne un grande successo ai botteghini, sebbene non abbia ottenuto un’altrettanto calorosa accoglienza da parte della critica, che trovava Lucille Ball non all’altezza delle parti cantate e non adatta al personaggio a causa della sua età di 62 anni.

 

 

QUESTO ARTICOLO NON VERRA’ TRADOTTO

5 pensieri riguardo ““Una zia Chic e Shock”

  1. L’ha ripubblicato su Thr0ugh The Mirr0re ha commentato:

    Tutti noi vorremmo avere una zia così, magari non che ci cresca, ma che ci porti in vacanza di tanto in tanto, a teatro, in campagna, in città, che ci mostri la vita insomma, che ci conduca sulla strada che i genitori non ci permetterebbero mai di intraprendere.

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