BISCOTTI DI ZUCCA E MELE COTOGNE
(la ricetta è del mio amico inglese, John)

Ingredienti per circa 20 biscotti
-1 Mela Cotogna
-150 g Zucca (pesata senza buccia)
-300 g farina
– zucchero a velo
-100 g Burro
-1 Tuorlo d’uovo
-1 bustina Vanillina
Preparazione
Per prima cosa sbucciamo la mela cotogna, tagliamola a cubetti, tagliamo a pezzi la zucca e cuociamo entrambe a vapore per circa 10 minuti. Una volta cotte, frulliamo la zucca e la mela cotogna e lasciamo da parte.
Mescoliamo il tuorlo d’uovo con il burro ammorbidito e ci aggiungiamo la vanillina, la farina e il frullato di mela e zucca, impastando fino a che abbiamo un composto omogeneo.
Spolveriamo il piano da lavoro con un po’ di farina e stendiamo l’impasto con il matterello, cercando di ricavare una sfoglia di circa mezzo cm di spessore. Con un bicchiere ritagliamo dei dischi di pasta della grandezza che più ci aggrada e li adagiamo in una teglia da forno antiaderente per poi poggiarli in forno già caldo a 220° per 15 minuti circa.
Una volta cotti e raffreddati per bene i biscotti li spolveriamo con zucchero a velo. Abbiniamoli ad una tisana cacao, zenzero e cannella[1] ed avremo lo spuntino autunnale perfetto per affrontare una serie tv bella straziante ed emozionante quanto il libro da cui è tratta: ALIAS GRACE.
L’autunno è una stagione con cui prima o poi farò pace.
Un giorno riuscirò a scendere a patti con la sensazione di ansia e tristezza che mi provoca col suo far cadere le foglie e i capelli, col suo portarsi via il sole e il sale dalla pelle.
Libri e serie tv sicuramente aiutano ad affrontarlo, così come le tisane, il plaid, il cibo caldo. Ma rimane la stagione che fatico di più ad affrontare…
E forse per questo mi trovo sempre a leggere o guardare qualcosa di triste, spaventoso o sanguinolento.
Per esorcizzare?
Forse.
Ad ogni modo, prima che la tv la portasse alla ribalta grazie alla trasposizione de “Il racconto dell’ancella”, Margareth Atwood[2] era entrata nella mia vita in un ottobre qualunque, grazie a un volumetto che avevo scovato in un’enorme libreria del centro nella sezione thriller psicologici, la mia preferita come ormai avrete intuito. La copertina era piuttosto anonima, ma la trama[3] agghiacciante quanto bastava a farmelo comprare.
“La mente ha lunghi Corridoi che travalicano gli spazi materiali.”[4]
Quello che ricordo del romanzo è che tratta un argomento ostico con una poesia incredibile, ci si emoziona ascoltando i racconti di Grace, pur essendo una caratteristica della scrittrice la freddezza di base, il distacco con il quale le donne dei suoi libri raccontano di violenze e sopraffazioni subite. È un’opera gotica, che cita le fonti da cui attinge e allo stesso tempo le sbeffeggia.
<<I protagonisti del romanzo, Grace, il Dottor Jordan e l’altra Grace rappresentano diversi mondi e diverse culture, ma anche differenti aspetti della psiche umana: di fatto, i personaggi di Alias Grace permettono alla Atwood di affrontare tematiche a lei care, le stesse che da sempre caratterizzano le sue opere e che possono essere ricondotte alle dicotomie natura/cultura, donna/uomo, Canada/Usa, Irrazionale/Razionale.>>[5] .
È un libro che non lascia indifferenti!
Lo iniziai senza avere la minima idea che fosse tratto da una storia vera, né che anni dopo ne sarebbe stata tratta una mini-serie con dei protagonisti eccezionali! Sarah Gadon (22.11.63) è la protagonista, affiancata da Kerr Logan (Game of Thrones) nei panni del presunto complice, Anna Paquin (True Blood, X-Men) in quelli della governante uccisa, Edward Holcroft (Vampire Academy) è il volto del dottore che cercherà una risposta. La regia della mini-serie è stata affidata a Mary Harron (American Psycho) con una sceneggiatura adattata da Sarah Polley (L’alba dei morti viventi, Splice).
Negli States è stata trasmessa dal 25 settembre al 30 ottobre 2017 su CBC Television prima di essere rilasciata in Italia (grazie a Netflix) il 3 novembre.
In autunno.
Coincidenza????
Innocente o colpevole?
È la domanda di partenza che ci si pone nel libro, e nella serie tv. Ma mano a mano che si va avanti con la storia ci interessa sempre meno, quello che attrae, che perversamente ci tiene incollati alle pagine o allo schermo è la doppia personalità di Grace. La faccia da bambolina che si scontra con le azioni da criminale esperta. Gli occhi tristi e la bocca maliziosa. La Gadon è stata secondo me spettacolare nel non concedere mai tregua, nel farci dubitare continuamente del racconto. Dei ricordi. Dei fatti.
Persi.
Ci sentiamo completamente in balia delle sue parole: ogni termine del racconto è valutato e introdotto con un peso specifico. Rivelatore è uno dei monologhi iniziali dove Grace analizza ossessivamente la parola “assassina”, il suo suono, il suo senso.
Siamo in un labirinto.
Il labirinto della mente, quello più spaventoso possibile: ciò che stiamo vedendo è reale o è una sensazione?
E per quanto ci sforziamo non riusciamo ad uscirne.
Non illesi, almeno.
Esattamente come il dottore.
Quello che mi ha catturato della mini-serie è il tempo. Non c’è un susseguirsi di azioni, ma una lentezza studiata fatta di sguardi e silenzi. E sangue. E soprusi. E bugie. E sorrisi. E attimi di pura gioia.
Una vita come tantissime altre.
Be, se non fosse per il brutale omicidio, ovviamente.
Va vista in originale, perché nel doppiaggio si sono perse un po’ delle sfumature macabre del disturbo dissociativo dell’identità[6], di cui presumibilmente soffre la protagonista – o che sa fingere molto bene…
“Di me dicono tante cose. Che ho un brutto carattere, che sono una brava ragazza, che sono scaltra, che sono un po’ ottusa, che sembro al di sopra della mia posizione sociale. Mi domando come posso essere tante cose diverse tutte insieme.”[7]
Io ero abbastanza pronta, avendo letto prima il libro, ma se affrontante per la prima volta questa partita a scacchi fra verità e menzogne, vi consiglio di prepararvi del cibo consolatorio come dei biscotti zucca e mele cotogne*, che sono qualcosa di godurioso nella loro semplicità, e guardatela lontano dagli specchi, perché si ha la sensazione che un nostro riflesso potrebbe ghignare vedendoci così spaventati, affascinati e solidali dalla/con la protagonista!
la grafica che hai abbinato mi piace moltissimo
la serie tv è proprio come dici tu: magnetica e affascinante e allo stesso tempo spaventosa per i lunghi silenzi che ci fanno pensare un po’ troppo
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Se non l’hai ancora fatto leggi L’ultimo degli uomini della Atwood, è altrettanto spaventoso e bellissimo, penso lo apprezzerai molto!
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Lo metterò in lista
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L’ha ripubblicato su Through The Mirrore ha commentato:
È un libro che non lascia indifferenti!
Lo iniziai senza avere la minima idea che fosse tratto da una storia vera, né che anni dopo ne sarebbe stata tratta una mini-serie con dei protagonisti eccezionali! Sarah Gadon (22.11.63) è la protagonista, affiancata da Kerr Logan (Game of Thrones) nei panni del presunto complice, Anna Paquin (True Blood, X-Men) in quelli della governante uccisa, Edward Holcroft (Vampire Academy) è il volto del dottore che cercherà una risposta. La regia della mini-serie è stata affidata a Mary Harron (American Psycho) con una sceneggiatura adattata da Sarah Polley (L’alba dei morti viventi, Splice).
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