Un anno.
Sapete, è curioso che nel momento in cui si avrebbe tutto il tempo di scrivere, si perdano le parole.
Perché qualsiasi parola mi sembra banale, già detta, inesperta, assordante, assurda, surreale. Come questa pandemia.
Pandemia.
Non pensavo ne avrei mai vista una, vissuta una. Come molti mi sentivo in un’epoca dove l’inquinamento o il digitale sarebbero stati i nemici. Le atomiche. Ma una pandemia.
Sembra un film e non lo è. E non si vede la fine. E si resta a casa, si resta positivi (no, non ci riesco molto, ammettiamolo), aggrappati alla speranza del buon senso, di una cura, di una fine. Di un nuovo inizio.
E le parole restano vuote.
Un periodo veramente assurdo, speriamo potrai scrivere presto che è finito
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