Non sono mai stata in Irlanda del Nord, ma grazie a Ian Sansom mi è sembrato di sì, per le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi che traccia con grande maestria. Con una penna ironica e divertente al punto giusto ci regala la meravigliosa figura di un bibliotecario il cui minore dei mali è quello di ritrovare i 15.000 libri perduti del bibliobus che deve condurre tra le verdi strade d’Irlanda; un componimento narrativo ironico all’apparenza, ma serio nell’affrontare il tema doloroso e scoraggiante della sempre più numerosa cessazione delle biblioteche e del sempre minore utilizzo di risorse dei comuni nell’istruzione
Ci sono dei libri nella vita che vanno letti per il semplice piacere di staccare un po’ la spina. Libri con pochi personaggi ma ben delineati, con una trama semplice ma accattivante e che una volta posati non lascino con troppi dubbi e domande, ma semplicemente con un sorriso ironico, e una garbata rilassatezza.
Molti snobbano questo tipo di libri perché pensano che un “vero lettore”, un “lettore di razza” debba per forza citare grandi autori o opere riconosciute dalla critica.
Boiate.
Un vero lettore legge tutto, pure gli harmony. È capace di cogliere la grandezza di capolavori della letteratura così come di ridacchiare su un volumetto d’appendice.
Per cui, diffidate da chi non legge qualcosa di cosidetto “più leggero”. Così come chi non beve vino, ha sicuramente qualcosa da nascondere.
Mentre aiutavo un mio alunno di diritto ed economia dello spettacolo, nell’inverno del 2015 (in quel brevissimo…
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