“Alla scoperta dello ‘stile Nothomb’ “

“C’è un istante, tra il quindicesimo e il sedicesimo sorso di champagne, in cui ogni uomo è un aristocratico. Questo momento sfugge al genere umano per un motivo banale: gli uomini sono così impazienti di raggiungere il culmine dell’ebbrezza che soffocano quel fragile stadio in cui gli è concesso di meritare la nobiltà”.[

Through The Mirror

Eccola lì, mi fissa. Mi sbeffeggia. “Sei una lettrice da cento romanzi l’anno eppure non hai mai aperto un mio libro”. La sento sussurrare. E forse qualcuno potrebbe prendermi per pazza ma io coi libri ci ho sempre parlato. Ho sempre pensato che passandogli davanti mi chiamassero a sé. E spesso è così che li scelgo.

Da quando ho iniziato a lavorare in libreria immaginate quante voci…

Prima che chiamiate uno strizzacervelli e mi mandiate in recupero, sappiate che i libri sono la mia unica dipendenza, quindi siate carini e coccolosi e assecondatemi.

I libri della Nothomb sono stati cambiati di scaffale più volte da quando sono in libreria, uno dei miei capi mi ha suggerito più e più volte di prenderne uno, ma quando passavo davanti non sentivo le giuste vibrazioni.

Fino a due giorni fa.

“Se le muore inopinatamente un ospite in casa, si guardi bene dall’avvertire la…

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“Is better if you don’t end up on the Red’s BLACKLIST”

The Blacklist follows a serial case, with a criminal to be thrown in jail every 40 minutes, but it is the horizontal development that really keeps the viewer glued to the screen to follow Reddington’s plans at the same time, which is far from clear; the double life of Elizabeth’s husband, Tom; Elizabeth’s own past, all full of mysteries.

Through The Mirror

Almost three years ago, I was in a famous book and DVD store on Via Nazionale in Rome, wandering among the shelves looking for something to give to my brother for Christmas, some DVDs with special Marvel inserts maybe, or another fantasy saga, when my eye falls on a dvd of a tv series with James Spader, one of our favorite actors. I read the plot: His name is Red Reddington and he is one of the most wanted criminals in the world. One day he turns himself over to the FBI and offers his precious “black list” of names to track down terrorists hiding in the United States. The only condition: he will speak only with Special Agent Elizabeth Keen, the agency’s new hire.

Why? What happened so extraordinary that made a fugitive return to the place where everyone wants him dead?

And I’m convinced. I’ll take it!

As…

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“Guai a finire sulla LISTA NERA di Red”

The Blacklist segue un caso a puntata, con un criminalissimo da sbattere in galera ogni 40 minuti, ma è lo sviluppo orizzontale che tiene davvero lo spettatore incollato allo schermo per seguire contemporaneamente i piani di Reddington, tutt’altro che limpidi; la doppia vita del marito di Elizabeth, Tom; il passato della stessa Elizabeth, fin troppo denso di misteri.

Through The Mirror

Ormai quasi tre anni fa, ero in un famoso negozio di libri e dvd di via Nazionale a Roma, vagavo fra gli scaffali in cerca di qualcosa da regalare a mio fratello per Natale, qualche dvd con inserti speciali della Marvel magari, o un’altra saga fantasy, quando l’occhio mi cade su un dvd di una serie tv con in primo piano James Spader[1], uno dei nostri attori preferiti. Leggo la trama: Il suo nome è Red Reddington ed è uno dei criminali più ricercati al mondo. Un bel giorno si consegna all’Fbi e offre la sua preziosa «lista nera» di nomi per scovare i terroristi che si nascondono negli Stati Uniti. Unica condizione: parlerà solo con l’agente speciale Elizabeth Keen, neo assunta dell’agenzia.
Perché? Cosa è successo di così straordinario da aver fatto tornare un latitante nel posto in cui tutti lo vogliono morto?

E mi convinco. Lo prendo!

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“A Blanket, Churros, and New Words”

The protagonist of “Apex Hides the Hurt” is a terminology consultant. If someone needs the right name for his or her new product – whether it’s a car or an antidepressive, a snack or a spoon -, he’s the one.

Through The Mirror

Winter. High-necked sweaters, steaming mugs, hearty plates and duvets. Fireplace. The snow. Chat with friends in front of board games away from attics and cellars.

“All he felt now was envy. These people had expectations. Of the world, of the future, it didn’t matter–expectation was such an innovative concept to him that he couldn’t help but be a bit moved by what they were saying. Whatever that was.”
― Colson Whitehead, Apex Hides the Hurt

I always imagined that when I went to live on my own, I would spend the winter like that. I don’t know if I thought I’d become a millionaire all of a sudden to buy a chalet complete with a fireplace and rooms for each visitor, or just as a good screenwriter I let myself be carried away by fiction, because I live there alone, winter is coming, but not only I don’t have a fireplace…

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“Copertina, Churros e Nuove Parole”

Il protagonista di “Apex nasconde il dolore” è appunto un consulente di terminologia. Se qualcuno ha bisogno del nome giusto per il suo nuovo prodotto – che si tratti di un’automobile o di un antidepressivo, di una merendina o di un cucchiaio -, lui è la persona giusta.

Through The Mirror

Inverno.

Maglioni a collo alto, tazze fumanti, piatti abbondanti e piumoni. Il camino. La neve. Chiacchiere con gli amici davanti ai giochi da tavolo ritirati fuori da soffitte e cantine.

“Tutto ciò che sentiva ora era invidia. Queste persone avevano aspettative. Del mondo, del futuro, non importava: l’aspettativa era un concetto così innovativo per lui che non poteva fare a meno di essere un po’ commosso da quello che stavano dicendo. Qualunque cosa fosse.”
― Colson Whitehead, Apex nasconde il dolore

Ho sempre immaginato che quando fossi andata a vivere per conto mio avrei passato l’inverno in questo modo. Non so se credevo di diventare milionaria tutto d’un botto per comprarmi uno chalet con tanto di camino e stanze per ogni ospite (considerando tra l’altro che il mio desiderio è di vivere sul mare! Cioè proprio quasi dentro… quindi questa sarebbe pure la seconda o terza proprietà) o semplicemente…

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