“Ancora un passo, un altro ancora: a che servon le parole, Amore muovimi il sole…”

Marzo lo chiamano il mese pazzo perché sono sai mai che meteo troverai al mattino quando ti svegli. Non sai se sarà una chiara giornata primaverile o se verrà giù dal cielo una fitta e fredda pioggia.

A cavallo fra due stagioni prepotenti, Marzo fa del suo meglio per non deludere nessuno, col rischio di finire col deludere tutti.

Through The Mirror

“Ogni persona è, tra le altre cose, un oggetto facile da rompere e difficile da riparare.“[1]

Risultato immagine per espiazione gifEra uno di quei giorni di marzo in cui il sole splende caldo ed il vento soffia freddo: quando è estate nella luce e inverno nell’ombra.
(Charles Dickens)

Marzo lo chiamano il mese pazzo perché sono sai mai che meteo troverai al mattino quando ti svegli. Non sai se sarà una chiara giornata primaverile o se verrà giù dal cielo una fitta e fredda pioggia.

A cavallo fra due stagioni prepotenti, Marzo fa del suo meglio per non deludere nessuno, col rischio di finire col deludere tutti.

Forse mi farò suggestionare ma io lo sento il cambiamento nell’aria a Marzo, come gli odori diventano più pastello, i colori più intensi, i gusti più ricercati, il vestiario più personale.

E sento la tristezza che si porta il cambio di stagione, con il lento…

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“Sogno o son desto?”

A parte il fatto che mi ha fatto dubitare di quale fosse la realtà e quale il sogno, se poi il sogno fosse un sogno o un messaggio, se le persone che incontro sono reali o immaginarie, mi ha portato a tornare a interessarmi ad uno degli argomenti che mi affascinano da sempre come lo studio del sonno (non dei sogni eh), e ho trascinato la mia coinquilina a vederlo con me perché avevo bisogno di confrontarmi commentare capire fare ipotesi. Soprattutto sul personaggio della donna in rosso…

Through The Mirror

È molto raro avere una domenica completamente libera per me, perché di solito le dedico al teatro, alle associazioni o alla famiglia. Ma ogni tanto me ne ritaglio qualcuna lontana da tutto e tutti, in cui dedicarmi a me stessa, a leggere, a scrivere, a guardare telefilm o a dormire. Ed è stata in una di queste domeniche che ho scoperto amazon prime video.

Risultati immagini per lazy sunday gifUso spesso amazon perché obiettivamente è veloce e diretto e mi evita di dover andare in un centro commerciale, se avessi più tempo mi imbarcherei per mercatini e negozi indipendenti, ma dovendo gestire quello che rimane fra i vari lavori e volendo mantenere una decente vita sociale, amazon è una salvezza. Prime poi è favoloso se ti ricordi all’ultimo di un compleanno o una ricorrenza perché in un giorno il pacchetto è a casa pronto per essere donato.
Nonostante il mio uso costante però, non mi…

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“Ghostwriter alla riscossa”

I ghostwriter sono una categoria professionale invisibile per mandato. Da una ventina d’anni – da quando, cioè, i libri di celebrities incominciarono a vendere tanto e prima che, youtuber a parte, le vendite calassero – la loro importanza in editoria è cresciuta, senza che a questa crescita si sia tradotto in un maggior riconoscimento. Eppure il loro lavoro ha creato un genere editoriale nuovo e paradossale, che meriterebbe di essere considerato a sé: quello dell’autobiografia altrui o, se preferite, della biografia in prima persona. La percentuale di libri di persone famose non scritti da chi li firma è quasi del 100 per cento.

Through The Mirror

Un giorno sono rimasta una ventina di minuti a fissare una lucertola. Se ne stava sotto un muretto, spalmata al sole, immobile. Le persone le passavano anche piuttosto vicine, ma lei niente. Non ho idea se le lucertole abbiano dei pensieri, dovrei chiederlo al nostro caro Francesco, ma se ne hanno in quel momento scommetto che erano molto felici.

Anche io vorrei starmene beatamente al sole un giorno intero senza neanche accorgermi del resto del mondo che continua a girare, semplicemente immobile e beata. Possibilmente senza diventare rossa come un peperone arrostito e senza farmi venire un’insolazione. I miei pensieri dopo una ventina di minuti di sole cocente diretto sono confusi e a puntini.

Perciò quando vado al mare nelle ore davvero calde, la maggior parte del tempo mi bagno, resto sotto il mio amatissimo sole il tempo di asciugarmi e poi mi metto sotto l’ombrellone come i bambini…

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“Di giardini botanici, di professori distratti e di scambi di persona”

Una volta arrivati al giardino botanico, il professore decise che tutto sommato potevamo capire da soli il percorso e ci mollò senza troppi problemi per andare a parlare con altri professori di altre e classi e altre scuole presenti.
Col senno del poi devo dire che fu una pessima scelta, avevamo diciassette anni, eravamo dei minori in piena febbre ormonale, e come se non bastasse quel posto era un labirinto, cosa impediva a un malintenzionato di rapinarci o rapirci e scappare senza lasciare tracce?

Through The Mirror

Una volta, in quarto liceo, il professore di scienze decise di portare la mia ed altre classi al giardino botanico. Perché decise di farlo proprio in Aprile coi pollini in giro dappertutto non saprei. La mia prima reazione fu di dire no e starmene a casa, ma il ragazzo che mi piaceva ci sarebbe andato e anche la mia rivale… non potevo certo lasciarle campo libero!
Non so quanti antistaminici ho preso per poterci andare, ma evidentemente non era la dose sufficiente perché mi ritrovai comunque con gli occhi gonfi e rossi e il naso grattugiato dal continuo soffiarlo.
Una volta arrivati al giardino botanico, il professore decise che tutto sommato potevamo capire da soli il percorso e ci mollò senza troppi problemi per andare a parlare con altri professori di altre e classi e altre scuole presenti.
Col senno del poi devo dire che fu una pessima scelta, avevamo diciassette…

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“MA STASERA CHE GUARDIAMO? – episodio 2 (film thriller)”

Through The Mirror

Eccoci arrivati al secondo appuntamento con la nostra rubrica da cinefili: i film thriller.

Sicuramente uno dei genere più complessi da analizzare, così come da realizzare e apprezzare. Svariati sono i capisaldi a cui tutti si ispirano e con i quali si confrontano, innumerevoli sono i sottogeneri nei quali si suddividono e numerosi i tentativi di creare un film amato dal pubblico, ma cosa ci aspettiamo quando decidiamo di vedere un film di questo tipo?

Intrighi, misteri, suspance sono solo alcuni degli elementi che contraddistinguono questo genere, da fruitori vogliamo essere colti di sorpresa, stuzzicati da anticipazioni e aspettative che vengono man mano fomentate da colpi di scena, ansia crescente ed incertezza continua, un ritmo che incalza fino al tanto atteso punto di svolta.

E non importa se siamo arrivati anche noi alla soluzione qualche istante prima che ci venisse mostrata sullo schermo perché, con tutta probabilità, ci sarà quel…

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“Oh Peralta!”

Brooklyn Nine-Nine è un prodotto vincente perché è capace di appassionare il pubblico non avvezzo a vedere un distretto di polizia tanto sopra le righe quanto capace nel proprio lavoro, alterando il genere più amato senza però farne sentire troppo la mancanza.

Through The Mirror

Mio fratello è un addicted molto selettivo, perciò quando mi consiglia un libro o una serie tv, sono propensa a seguire le sue indicazioni e – fermo restando che ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze – devo dire che fino ad oggi non ha mai sbagliato un colpo.

In estate mi disse di aver (ri)scoperto una sitcom poliziesca molto new girl ma col giallo di turno. Lì per lì, sommersa già di altre serie tv e libri e di faccende varie affaccendata, non ci prestai troppa attenzione. Ma in autunno, una sera che ero rimasta a dormire a casa dei miei, Luca stava guardando proprio una puntata di questa fantomatica sit-com e… SBAM, colpo di fulmine!!!

I dialoghi, i personaggi, le dinamiche. Pur non capendo nulla del continuum essendo la terza stagione, mi sono subito appassionata, e una volta tornata a casa mi sono convinta ad iniziarla.

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“Donne (stra)ordinarie”

mi sembra un po’ come la pubblicità degli assorbenti: irreale.
In “quei giorni” come amano definirli gli uomini, non ci viene affatto voglia di saltare dagli aeroplani o fare la ruota. Le più fortunate vivono delle giornate perfettamente normali, la maggior parte è preda di crampi mostruosi, sbalzi d’umore, e fastidiose macchie da evitare…

Through The Mirror

“I dottori mi dissero che non avrei camminato. Mia madre mi disse che ce l’avrei fatta. Ho creduto a mia madre”.[1]

 

Risultati immagini per storie della buonanotte per bambine frasiLavorando in una libreria era per me impossibile non imbattermi in un libro tanto acclamato dalla critica quanto amato dal pubblico. Credo di averne impacchettati almeno una ventina per Natale, ed è uno dei regali più richiesto per i compleanni dalle bambine.
Ne sono contenta, dico sul serio, è bellissimo che per una volta si celebrino le donne non solo l’8 marzo, che ci si ricordi della nostra forza, bellezza, audacia senza per forza un’occasione particolare o dopo un ennesimo femminicidio.
Mi piace che questo libro diviso in capitoli brevi ma esaustivi, porti alla luce donne che hanno reso questo mondo migliore grazie a scoperte scientifiche, romanzi indimenticabili, cure innovative, viaggi incredibili.

Ma d’altra parte mi sembra un po’ come la pubblicità degli assorbenti: irreale.
In “quei…

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I Classici: “Il nome della Rosa”

“Il bene di un libro sta nell’essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.”

Through The Mirror

“Tutte leeresiesono bandiera di unarealtàdell’esclusione. Gratta l’eresia, troverai l’emarginato. Ognibattagliacontro l’eresiavuole solamente questo: che l’emarginatorimanga tale.”[1]

Risultati immagini per the name of the rose gifLa prima volta che ho sentito parlare diIl nome della Rosa[2]è stato da mia madre quando avevo appena sette anni. Ne stava discutendo con una vicina perché ne avevano tratto una versione cinematografica appena trasmessa in tv, che non le aveva convinte appieno, anche se a dir loro l’alleggerimento delle parti in latino, poteva aver giovato alla popolarità dell’opera.
Non so perché quella conversazione mi rimase così impressa, e forse in realtà restò nel dimenticatoio della mia mente per anni senza alcun segno della sua esistenza, fino a quando a quattordici anni appena compiuti, rete4 decise di trasmettere questa famosa trasposizione de Il nome della rosa di Umberto Eco[3], e allora come se rivivessi la scena, mi sono ritrovata sul balcone della mia vecchia casa con mia madre…

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