È curioso che una delle prime domande che si pongono a una persona che si incontra per la prima volta sia “cosa fai nel tempo libero?”- oltre a “di che segno sei?” che mi verrebbe da urlare e alzarmi e piantare lì la persona in questione, ma nel tempo ho imparato a contare fino a … Continua a leggere “Questione di …TEMPO”
Mese: agosto 2022
“Ma poi, che cos’è davvero ‘normale’ ?”
Questo dramedy è arrivato nel 2022 alla sua conclusione. Vale davvero la pensa seguire Sam in tutto il percoso, si ride, ci si emoziona….
MILLEFOGLIE DI CIOCCOLATO CON PANNA E FRAGOLE*
(la ricetta è della mia mamma, Mena)
Ingredienti (per 4 persone)
– 250 g di cioccolato fondente
– 3 decilitri di panna fresca di frigorifero
– 4 cucchiai rasi di zucchero semolato
– 400 g di fragole di stagione mature
– 2 cucchiai rasi di zucchero a velo per decorare
Preparazione
Graphic by: Gioia
Cominciamo sbriciolando il cioccolato fondente e facendolo in seguito fondere in un tegamino a bagnomaria.
A questo punto, una volta ben sciolto e senza grumi, versiamo il cioccolato su di un ampio foglio di carta oleata oppure della carta forno, distendendolo in modo omogeneo con l’ausilio di una spatola piatta. Realizziamo una sorta di rettangolo e lasciamo raffreddare a temperatura ambiente.
Nel frattempo montiamo la panna fredda di frigorifero unendo lo zucchero semolato. Laviamo le fragole sotto acqua corrente, asciughiamole e tagliamo a cubetti, ricordiamoci però di lasciarne qualcuna…
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“Lo show deve continuare!”
“I FANG GETTANO SEMPLICEMENTE I PROPRI CORPI IN UNO SPAZIO COME FOSSERO BOMBE A MANO, E ASPETTANO CHE LO SCONVOLGIMENTO AVVENGA. NON HANNO ALTRE ASPETTATIVE SE NON QUELLA DI PROVOCARE IL DISORDINE.”
“L’arte, se la amavi, valeva qualunque dolore o infelicità. Se era necessario ferire qualcuno per ottenere quel fine, allora così sia. Se il risultato era abbastanza bello, abbastanza strano, abbastanza memorabile, non aveva importanza. Ne valeva la pena.”[1]
Nella libreria in cui lavoro, da quasi un anno abbiamo istituito un club del libro, e ci fosse una volta che siamo d’accordo su cosa leggere. C’è chi pretende solo letture impegnate, chi vorrebbe leggere solo storie d’amore e chi, come me, vorrebbe scoprire qualcosa di nuovo, una lettura diversa da quella che farei nel mio intimo e privato, una storia che valga davvero la pena leggere in compagnia per poterne parlare.
Dopo varie tribolazioni e titoli più o meno azzeccati, capita fra le mani un libro che io avevo già letto parecchio tempo fa, e che pur non ricordando dettagli o situazioni, mi ricordavo mi avesse scosso parecchio. Eccolo…
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“Missione Marvel: Capitolo PEGGY”
Peggy Carter è un soldato, una guerriera e una sopravvissuta, il cui unico errore sta nell’essere nata nel decennio sbagliato. Come leggevo in una recensione: Peggy è un simbolo femminista di tutto rispetto, tra tutte le donne della serie, infatti, solo Peggy indossa i completi con i pantaloni e non lo fa come atto di rivolta ma come un naturale atto di quotidianità, dal momento che si trova a suo agio tanto in una gonna e un cappellino fucsia quanto in una giacca militare e pantaloni larghi.
Qualche mese fa io e la mia amica Federica, abbiamo deciso di intraprendere una mission (im)possibile: presa la lista fatta da Luca nel suo articolo su Agent of Shield, ci siamo imbarcate in questo lungo viaggio targato Marvel, in continua evoluzione.
Ed è così che fra un Iron Man, un Thor ( #teamLoki) e un Cap, siamo arrivate a (ri)conoscere Peggy Carter[1], la fantastica agente sotto copertura, ex compagna di Steve Rogers e eroina senza maschere.
Agent Carter è stato molto sottovalutato, non so se perché visto che gli elementi per essere una serie di successo ci sono tutti: un eroe sottostimato, un nemico molto molto cattivo, un alleato divertente (oh Jarvis – James D’Arcy– quanto ci mancherai!), un altro alleato divertente e un po’ stronzo (tale padre – Dominic Cooper-, tale figlio eh Stark?) e un obiettivo da raggiungere. Mescoliamo il tutto con…
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“BE GOOD”
At the end of this reading, I had two thoughts well impressed in my mind: I am very proud of what I do to the extent that I can, and Dear Jesus, please do not give up on humanity even when it deserves it …

” “Be good.” Every time God thinks about the marvelous simplicity of that sentence, his unique and original commandment, another thought automatically takes over: that asshole of Moses. What kind of arrogant dickhead throws the one commandment he has been given down the toilet and pulls out ten invented from scratch? “[1]
At the end of June, the Einaudi promotion arrived in the bookstore, when placing it on the relevant shelf a cover leaps to my eye: a smiling and winking Instagram Jesus on a red-orange background. The title “The second coming” is a nice provocation and considering that it is next to tomes of a certain socio-political importance it makes me laugh. It intrigues me. I read the plot. I read the opening words. Irreverent.
I’ll put it back.
Three days later I take it back, I read the first five pages. I laugh. I cry. I ponder.
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“Fate i bravi!”
ORMAI LA SUA DECISIONE È IRREVOCABILE QUANTO CLAMOROSA:
PER SPIEGARE UNA VOLTA PER TUTTE AGLI ESSERI UMANI CHE SI SON SBAGLIATI DI BRUTTO SU QUEL CHE LUI VOLEVA REALMENTE DIRE, FARÀ TORNARE GESÙ SULLA TERRA, NONOSTANTE FORSE È L’ULTIMA COSA CHE IL SUO FIGLIOLO VORREBBE FARE. GESÙ CHE INTANTO SI STA GODENDO IL PARADISO, CASA SUA, FUMANDO SPINELLI E SUONANDO LA CHITARRA CON IL SUO CARO AMICO JIMI HENDRIX… E TANTO GLI BASTA PER ESSERE FELICE!
“«Fate i bravi». Ogni volta che Dio ripensa alla meravigliosa semplicità di quella frase, il Suo unico e originale comandamento, gli subentra in automatico un altro pensiero: quel coglione di Mosè. Che razza di arrogante testa di cazzo butta nel cesso l’unico comandamento che gli è stato dato e ne tira fuori dieci inventati di sana pianta? “[1]
A fine giugno in libreria è arrivata la promozione Einaudi, nel sistemarla sullo scaffale preposto una copertina mi balza all’occhio: un Gesù da Instagram sorridente e ammiccante su sfondo rosso-arancio. Il titolo “A volte ritorno” è una bella provocazione e considerando che si trova accanto a tomi di un certo rilievo socio-politico mi fa ridere. Mi incuriosisce. Leggo la trama[2]. Leggo l’incipit. Irriverente.
Lo rimetto a posto.
Tre giorni dopo lo riprendo, leggo le prime cinque pagine. Rido. Piango. Rifletto.
Lo rimetto a posto.
Una settimana dopo è arrivato luglio…
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“MA STASERA CHE GUARDIAMO? – episodio 4 (film commedia)”
(I film non sono ovviamente gli unici degni di nota ma quelli che voglio consigliarvi oggi in una lista che non ha un ordine meditato)
Eccoci nuovamente qui con la rubrica sul film e i loro svariati generi, spero che abbiate potuto sfruttare qualche mio consiglio e che ne siate rimasti contenti, perché oggi ci spostiamo sulle commedie.
Sono stata un po’ combattuta sul decidere se portare o meno questo genere poiché la comicità è una cosa molto soggettiva ed essendo questo un genere che si basa sull’umorismo si può rischiare di dare o ricevere consigli non azzeccati.

Attenzione non voglio parlare dei film comici, il cui scopo principale è quello di far ridere (lì sì che i consigli sono impossibili), ma voglio concentrarmi sul genere di film con una trama più semplice e lineare, per la maggior parte a lieto fine, con l’intento di intrattenere e divertire, far riflettere ma senza prendersi troppo sul serio.
Ci aspettiamo comunque che la storia ci coinvolga e si sviluppi di pari passo ai suoi personaggi, ci mostri…
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I Classici: “Madame Bovary”
Perché non siamo mai contenti di ciò che abbiamo?
E mentre ci affanniamo nella ricerca di qualcosa di meglio, di più, sperando di non fare la fine di Emma, forse dovremmo fermarci un attimo, respirare e sorridere delle piccole conquiste quotidiane.
Ci riusciremo mai?
“Cosa c’è di meglio, infatti, che stare la sera con un libro accanto al fuoco, mentre il vento batte sui vetri, e la lampada arde?”[1]
Ah, come darti torto Flaubert, è un piacere inestimabile, specialmente se sei in quarto superiore e per le vacanze di Pasqua ti hanno riempito di compiti come se avessi tre mesi di pausa invece che tre giorni, e pur essendoteli portati giù dai nonni, decidi di sederti davanti al fuoco a leggere come una dama che null’altro ha da fare se non aspettare che i biscotti nel forno siano pronti per fare merenda (come se non bastasse la prospettiva del pranzo infinito del giorno dopo).
Madame Bovary non è un classico che danno da leggere a scuola, almeno non a me, non alle persone che conosco, troppo audace[2]?
Eppure quanto mi sono immedesimata in Emma e nel suo male di vivere, sempre…
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