È curioso che una delle prime domande che si pongono a una persona che si incontra per la prima volta sia “cosa fai nel tempo libero?”– oltre a “di che segno sei?” che mi verrebbe da urlare e alzarmi e piantare lì la persona in questione, ma nel tempo ho imparato a contare fino a 10 e rispondere “lofiuco” (che non è il mio segno ma fa sempre scena)…. Ma tornando al tempo libero: a me viene sempre da rispondere “quale tempo libero?”.
Non perché io sia una stacanovista che lavora h24 e non si concede nulla, ma perché io distinguo il tempo in <<pieno>> e <<vuoto>>.
Il tempo pieno è quello che uso per lavorare, scrivere, leggere, danzare, cantare, recitare, fotografare, guardare serie tv, studiare spagnolo e neuroscienze, andare ai musei, al mare, al pub. Viaggiare, cucire, cucinare, ascoltare musica (e provare anche a suonare con scarsi risultati). Giocare ai videogames, fare yoga (con ancora più scarsi risultati della tastiera).
E quello vuoto è il tempo nel quale non programmo nulla. Ma assolutamente niente.
N I E N T E.
Un tempo nel quale potrei stare due ore a fissare il soffitto e non sentirlo come perso o sprecato, ma anzi necessario. Per ricaricarmi per quando sarà di nuovo pieno.
Ci sono delle azioni poi che finiscono in entrambe le categorie, come ad esempio dormire, mangiare, lavarmi, respirare…. Tutto ciò che è necessario alla sopravvivenza diciamo.
Per questo non mi rispecchio nell’idea del tempo libero, perché se non lavoro e non sono occupata in una delle mie millemila passioni, è probabile che abbia anche il cellulare spento e la testa nel metaverso. Ma non sono libera. Non posso occupare quel tempo. Non è libero. È vuoto. È moooolto diverso.
Per me.
Questo, come è facile immaginare, mi porta una serie di incomprensioni nelle relazioni. Prima di tutto in quelle con gli uomini.

Perché immaginate la loro reazione quando ammetto che gli appuntamenti, e tutto ciò che ne consegue, vanno ad aggiungersi alla lunga lista di impegni, e molti non la prendono bene. Soprattutto quando invece la domanda è “quali sono i tuoi hobby” e io oltre alle attività sopracitate ci inserisco “uscire col ragazzo”.
Un hobby? – si indignano. Beh, era meglio associarli al lavoro? – mi chiedo io.
Alcuni devo dire che all’inizio sono stupiti ma colpiti positivamente da questo mio modo di essere, perché si sentono più liberi, spensierati, sanno che se una sera preferiscono vedere gli amici e non me io non me la prendo, anzi probabilmente ne approfitto per finire finalmente il libro di turno.

ATTENZIONE, questo non vuole assolutamente dire che il ragazzo che frequento possa andarsene per discoteche a provarci con chiunque o che sia favorevole alla coppia aperta. NON CI SPERATE. Sono solo meno presente. Meno…. Attaccata all’idea che la coppia vada presa a pacchetto o che bisogni condividere l’80% del tempo.
Mi piace che rivedendoci a fine giornata abbiamo effettivamente qualcosa da dirci e raccontarci….
Ma poi ad un certo punto, non va più bene. Non è corretto che IO voglia passare del tempo senza di loro, che quella sera sia stanca e voglio giocare alla play per conto mio invece di accompagnarli in centro a fare due passi.
Che stiamo insieme a fare? – è una delle domande classiche.
Avessi la risposta, my darling, penso che starei molto meglio con gli altri e con me stessa.

E so che in qualche modo sono io quella sbagliata, perché sono io quella che preferisce andare tre giorni a fare le montagne russe piuttosto che progettare il matrimonio. Che tra comprare una casa e vivere fra un hotel e l’altro, preferisce la seconda opzione.
E più mi avvicino ai 40 più capisco che non è una fase di passaggio, che per me la priorità sarà sempre cercare la serenità a modo mio, e non riesco ad omologarmi agli standard. Ad essere “normale”.
Non a caso il mio mantra è <<STAY WEIRD>>.
Ma sono stanca di sentirmi dire “è che non hai incontrato quello giusto”, ma giusto per COSA??? Non deve essere giusto per me sto fantomatico fidanzato? E allora giusto per me probabilmente è uno un po’ strano che lavora e viaggia quanto me, e che non pensa affatto a cambiare pannolini o portare a spasso il cane.
Oppure “hai paura di crescere”. Eh no. Questo proprio non lo accetto! Sono un’adulta responsabile, pago le mie bollette puntualmente, ho sempre qualcosa in freezer, mi ricordo di cambiare l’olio alla macchina e nessun minore è stato mai in pericolo in mia compagnia.
È che semplicemente sono diversa.
E questo è …. Inconcepibile.
Inconcepibile che a me PIACCIA lavorare, che VOGLIO del tempo vuoto.
Ma vedete, una volta ci stavo davvero male a sentirmi una particella di sodio nell’acqua Lete. Ma ora non più.

Che ognuno viva il suo tempo come meglio crede. (Ma non chiedetemi del tempo libero o vi attacco sto pippone…. )
Io continuerò a RIEMPIRLO E SVUOTARLO A MODO MIO…
“Solo il tempo ti darà le risposte che stai cercando, e te le darà quando avrai dimenticato le domande.”
-OSHO
E vedremo come andrà a finire.

E’ una visione interessante! Ma quando dici “vuoto” intendi quei momenti o giornate in cui l’assenza di cose da fare o programmate provoca una specie di stasi e di malessere? O è qualcosa di positivo? Per me ad esempio è fondamentale avere giornate in cui sono sola e non ho niente da fare. Se me ne privo impazzisco, mi esplode la testa, eppure a volte mi succede che quando finalmente arriva il momento di godermele.. mi annoio. E non la noia tipica di quell’ozio piacevole, una noia che ti da la sensazione di star perdendo tempo. A te non capita? Bellissimo articolo ❤
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Per me il tempo vuoto è fondamentale e positivo.
Succede anche di avere la tua stessa reazione, ma preferisco comunque tenermi quel tempo ❣️
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