“Modella per Caso”

Caro mondo dell’arte (o suddetta tale), se proprio mi vuoi come musa ispiratrice, sei gentilmente pregato di non cogliermi di sorpresa, o con l’inganno, e di retribuirmi poi in modo adeguato, perché non è che posso sempre concedermi così.. aggratiss!!

Through The Mirror

3ac97ef4285d35b33aa82dc25bdcaa7c--pencil-art-drawings-drawing-sketchesUna delle mie paure più bizzarre è quella di ritrovare qualche parte del mio corpo negli ultimi servizi di un telegiornale, quando parlano, ad esempio, di obesità, di caldo afoso o di calo delle nascite. Di solito, insieme ai soporiferi luoghi comuni, sfoggiano le immagini cosiddette di repertorio in cui vengono inquadrate di spalle persone in sovrappeso che camminano, mani che riempiono una bottiglietta d’acqua da una fontanella, o mani che spingono dei passeggini vuoti. Sono riprese fatte nelle vie principali delle grandi città e all’occorrenza vengono tirate fuori e inserite nei contesti più svariati. Non venendo mai inquadrati i volti, non c’è bisogno che qualche assistente di produzione allenato li insegua per farsi firmare la liberatoria e così chiunque si può trovare protagonista inconsapevole di qualche “pubblicità progresso” o di qualche velatissima critica alla società post-moderna.
Avendo io dei fianchi generosi ed una generosissima pancia, quando mi capita di…

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“A pranzo con Felicity”

l’immagine dei college americani è sempre idilliaca e fa venire voglia di andarci non tanto per frequentare le lezioni (quasi sempre assenti ingiustificate) ma per i dormitori, la mensa, i lavoretti, i gruppi di studio (che tutto fanno fuorché studiare).
Oggi di serie tv di questo genere siamo pieni, ma a “quell’epoca” era una novità, perciò ne rimasi affascinata.

Through The Mirror

<<Io ti credo, Felicity. È questo il mio dramma: nel bene o nel male, credere sempre in te.>>

Quando tornavo dal liceo con una fame da lupi, mi capitava spesso di dover aspettare il rientro di mio fratello, e per evitare di mangiarmi il piatto e la tovaglia, accendevo la tv sperando ci fosse qualcosa di decente che mi distraesse.
Ovviamente l’ora di pranzo era il turno di mia madre di decidere cosa guardare, ma di tanto in tanto ci lasciava scegliere, purché potesse piacerle.
È così che ho cominciato a guardare “Felicity”.
Era la fine di Maggio, la scuola fortunatamente era agli sgoccioli, ma questo voleva dire compiti in classe e interrogazioni a gogo, perciò l’idea di uscire da quell’incubo e cominciare l’università dove – ingenuamente pensavo – mi sarei potuta gestire io tutto il mio tempo, era un vero sollievo.

Felicity[1]” poi, dava l’idea…

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“Londra è una cattiva abitudine che si odia perdere.”

È la città di Harry Potter, di Alice, di Shakespearee di Sherlock Holmes, perciò nonostante la brexit, il comportamento politico nei nostri confronti durante l’emergenza, e lo snobismo, io Londra la amerò incondizionatamente per sempre. E mi manca come nel deserto manca l’acqua, perché negli anni era diventata una mèta fissa, coi suoi odori pungenti … Continua a leggere “Londra è una cattiva abitudine che si odia perdere.”

“Arte, Uomini, Ciambelle & Bomboloni”

Non sono una patita di dolci, nella partita dolce contro salato il salato vince SEMPRE. Sempre, eccetto quando (ri)leggo questo libro…
lettore avvisato mezzo salvato….

Through The Mirror

“Secondo nonna, al mondo ci sono due tipi di uomini: bomboloni e ciambelle”.
“Nella tua famiglia c’é qualcuno sano di mente?”
“I bomboloni sono quelli che i fanno sbavare” spiegò Nadine, prendendo dalla credenza un barattolo di burro di noccioline . “Sono appetitosi e croccanti e ripieni di cioccolato, e quando ne vedi uno lo vuoi a tutti i costi, e se non ce l’hai ci pensi tutto il giorno, e alla fine lo prendi perché è un bombolone”.[1]

“Fresco, setoso, divertente, coinvolgente e avvolgente, appassionante e scorrevole.”, questi sono stati gli aggettivi associati al romanzo da chi l’aveva già letto, e che mi hanno spinto a volerlo leggere in un assolato e pigro pomeriggio di Giugno, mentre qualcuno era già al mare e a me toccava la sessione estiva!
Stanca di stare sui testi universitari, sono andata alla libreria dei miei – che detta così sembra abbiano un negozio…

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“Lo show deve continuare!”

"L'arte, se la amavi, valeva qualunque dolore o infelicità. Se era necessario ferire qualcuno per ottenere quel fine, allora così sia. Se il risultato era abbastanza bello, abbastanza strano, abbastanza memorabile, non aveva importanza. Ne valeva la pena."[1] Nella libreria in cui lavoro, da quasi un anno abbiamo istituito un club del libro, e ci … Continua a leggere “Lo show deve continuare!”

“Modella per Caso”

  Una delle mie paure più bizzarre è quella di ritrovare qualche parte del mio corpo negli ultimi servizi di un telegiornale, quando parlano, ad esempio, di obesità, di caldo afoso o di calo delle nascite. Di solito, insieme ai soporiferi luoghi comuni, sfoggiano le immagini cosiddette di repertorio in cui vengono inquadrate di spalle … Continua a leggere “Modella per Caso”

“Arte, Uomini, Ciambelle & Bomboloni”

"Secondo nonna, al mondo ci sono due tipi di uomini: bomboloni e ciambelle". "Nella tua famiglia c'é qualcuno sano di mente?" "I bomboloni sono quelli che i fanno sbavare" spiegò Nadine, prendendo dalla credenza un barattolo di burro di noccioline . "Sono appetitosi e croccanti e ripieni di cioccolato, e quando ne vedi uno lo vuoi … Continua a leggere “Arte, Uomini, Ciambelle & Bomboloni”

“No ma di Lavoro….”

- Che lavoro fai? - Scrivo... - No. Intendo proprio di mestiere, concretamente, come ti guadagni da vivere? - Attraverso un'attenta analisi psicosociale associata a ricerche scientifiche, cerco di studiare le emozioni, i linguaggi e i comportamenti degli umani e di riportarli in una forma di fantasia con la quale creo una sorta di intrattenimento … Continua a leggere “No ma di Lavoro….”