arriverò presto con nuove (dis)avventure, nel frattempo rileggete queste 😉
Eccoci qui, di nuovo, sempre io – il biologo – e sempre con la storia del biacco. Eravamo rimasti alla mia geniale idea di portarlo sulla metropolitana di Roma fino all’università.
Zaino in spalla e mi avvio verso Rebibbia, la metro passa subito e non è neanche troppo piena.
Fantastico!
Miracolo!
Mi metto seduto poggiandomi come al solito lo zaino davanti in mezzo alle gambe, e, sicuro che ormai il peggio fosse passato, mi concedo un attimo per chiudere gli occhi e distendere un attimo i nervi. Sono sfinito. Almeno la mano piena di morsi non sanguina più tanto. Neanche mi preoccupavo dell’aspetto bestiale che potessi avere. Volevo solo chiudere gli occhi per 5 minuti, tanto fino a Marconi è lunga.
Ora dovete sapere che di norma un serpente messo al buio in un sacco, si calma e resta immobile, è un loro meccanismo naturale, conosciuto da tutti in tutto…
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