The Blacklist segue un caso a puntata, con un criminalissimo da sbattere in galera ogni 40 minuti, ma è lo sviluppo orizzontale che tiene davvero lo spettatore incollato allo schermo per seguire contemporaneamente i piani di Reddington, tutt’altro che limpidi; la doppia vita del marito di Elizabeth, Tom; il passato della stessa Elizabeth, fin troppo denso di misteri.
Ormai quasi tre anni fa, ero in un famoso negozio di libri e dvd di via Nazionale a Roma, vagavo fra gli scaffali in cerca di qualcosa da regalare a mio fratello per Natale, qualche dvd con inserti speciali della Marvel magari, o un’altra saga fantasy, quando l’occhio mi cade su un dvd di una serie tv con in primo piano James Spader[1], uno dei nostri attori preferiti. Leggo la trama: Il suo nome è Red Reddington ed è uno dei criminali più ricercati al mondo. Un bel giorno si consegna all’Fbi e offre la sua preziosa «lista nera» di nomi per scovare i terroristi che si nascondono negli Stati Uniti. Unica condizione: parlerà solo con l’agente speciale Elizabeth Keen, neo assunta dell’agenzia.
Perché? Cosa è successo di così straordinario da aver fatto tornare un latitante nel posto in cui tutti lo vogliono morto?
E mi convinco. Lo prendo!
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