Che periodo. Non riesco più a ricordare come fosse prima... Le uniche certezze che ho è che solitamente arrivavo alla vigilia che ancora dovevo finire di fare o impacchettare i regali mentre questo anno al 29 novembre avevo già l'albero stracolmo. Come se ci fosse una necessità interiore di riempire la casa di luci e … Continua a leggere “Buone Feste”
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“Il fascino dell’eterno ritorno”
Eppure guardare quelle immagini di un tempo tanto lontano,tanto caro mi commuove e soprattutto ecco, ci risiamo: è Pasqua!
Le ricorrenze hanno un qualcosa di poetico perché si manifestano nonostante tutto, a prescindere se i vestiti degli anni precedenti ci vanno stretti e se ci siamo lasciati alle spalle gli amici che , credevamo, non era possibile perdere.Questo anno poi… Ancora di più. Sono in piena crisi di ricordi!
Sabato di Pasqua e mi metto , stranamente, a sistemare le mie cose. Nel trambusto di uno scrittoio che sembra un cimelio del post Hiroschima si possono trovare un sacco di cose.
Oltre ad essere una schifosa disordinata, sono una maniaca collezionista di tutti i piccoli ricordi che la quotidianità ci tira appresso…foto, biglietti del treno,appunti e quant’altro. Come se in queste cose ci rimanesse impigliato un pezzetto di vita che poi ci ritorna tra le dita quando in un sabato mattina a caso, di tanti anni dopo ,le tiriamo fuori di nuovo.
E’ malinconico, e questo è il suo fascino.
Oggi mi sono tornate sotto mano delle vecchie foto: deve essere il 2000 o forse il 2001 , più precisamente Pasquetta di quell’anno. Deve essere la volta che tamponai un giapponese con il gommone al parco dell’Eur.
Certo che di tempo ne è passato, io sono sempre uguale eh…
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“Modella per Caso”
Caro mondo dell’arte (o suddetta tale), se proprio mi vuoi come musa ispiratrice, sei gentilmente pregato di non cogliermi di sorpresa, o con l’inganno, e di retribuirmi poi in modo adeguato, perché non è che posso sempre concedermi così.. aggratiss!!
Una delle mie paure più bizzarre è quella di ritrovare qualche parte del mio corpo negli ultimi servizi di un telegiornale, quando parlano, ad esempio, di obesità, di caldo afoso o di calo delle nascite. Di solito, insieme ai soporiferi luoghi comuni, sfoggiano le immagini cosiddette di repertorio in cui vengono inquadrate di spalle persone in sovrappeso che camminano, mani che riempiono una bottiglietta d’acqua da una fontanella, o mani che spingono dei passeggini vuoti. Sono riprese fatte nelle vie principali delle grandi città e all’occorrenza vengono tirate fuori e inserite nei contesti più svariati. Non venendo mai inquadrati i volti, non c’è bisogno che qualche assistente di produzione allenato li insegua per farsi firmare la liberatoria e così chiunque si può trovare protagonista inconsapevole di qualche “pubblicità progresso” o di qualche velatissima critica alla società post-moderna.
Avendo io dei fianchi generosi ed una generosissima pancia, quando mi capita di…
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“Vedi Napoli e muori”
L’odore di fritto. Se mi doveste chiedere con cosa identifico Napoli, prima del mare, del caldo, del pesce, della pizza, dei vicoli, della poesia, della musica, delle persone che urlano di finestra in finestra. Io direi l’odore del fritto. Napoli è la mia seconda patria, avendo quasi tutta la famiglia stanziata nei suoi paesini, eppure … Continua a leggere “Vedi Napoli e muori”