I Classici: “Il nome della Rosa”

“Il bene di un libro sta nell’essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.”

Through The Mirror

“Tutte leeresiesono bandiera di unarealtàdell’esclusione. Gratta l’eresia, troverai l’emarginato. Ognibattagliacontro l’eresiavuole solamente questo: che l’emarginatorimanga tale.”[1]

Risultati immagini per the name of the rose gifLa prima volta che ho sentito parlare diIl nome della Rosa[2]è stato da mia madre quando avevo appena sette anni. Ne stava discutendo con una vicina perché ne avevano tratto una versione cinematografica appena trasmessa in tv, che non le aveva convinte appieno, anche se a dir loro l’alleggerimento delle parti in latino, poteva aver giovato alla popolarità dell’opera.
Non so perché quella conversazione mi rimase così impressa, e forse in realtà restò nel dimenticatoio della mia mente per anni senza alcun segno della sua esistenza, fino a quando a quattordici anni appena compiuti, rete4 decise di trasmettere questa famosa trasposizione de Il nome della rosa di Umberto Eco[3], e allora come se rivivessi la scena, mi sono ritrovata sul balcone della mia vecchia casa con mia madre…

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