Certo se le tre voci narranti del primo libro della Hawkins, La ragazza del treno, hanno confuso parecchi lettori che hanno abbandonato la sfida, immaginate con dieci! Ma il trucco è leggerlo come se fosse uno spettacolo o un enigma, un gioco da spiaggia. Impossibile non rimanere affascinati dall’attrazione fatale che sembra avere questo lago protagonista della storia, ed in particolare di quella parte chiamato “Lo stagno delle annegate” dove fin da tempi immemori donne di ogni età ed etnia sono morte affogate, per incidente, suicidio o omicidio…
Graphic by: Federica
« Non sei cambiata. Avrei dovuto saperlo. Anzi, in realtà lo sapevo. Hai sempre amato il mulino e il fiume, ed eri ossessionata da quelle donne, dalle cose che avevano fatto, da ciò che si erano lasciate alle spalle. E adesso questo. Oh Nel, sei davvero arrivata a tanto?»[1]
Questa credo possa definirsi per me l’Estate dei thriller, che è sicuramente uno dei generi che preferisco, ma di solito me li lascio per l’inverno, avvolta nelle coperte e con una bella cioccolata calda a consolarmi. Invece questa volta sono stata attratta dalla spiaggia, dal mare calmo e il vento quasi del tutto fermo per fare una bella scorpacciata di alta tensione emotiva.
Isolandomi dai pochi coraggiosi che sotto i 38° di questo infernale luglio giocavano a racchettoni e dalle famiglie numerose che tentavano di tenere a bada sette/otto bambini sotto due miseri…
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