“Vivevamo di abitudini. Come tutti, la più parte del tempo. Qualsiasi cosa accade rientra sempre nelle abitudini. Anche questo, ora, è un vivere di abitudini. Vivevamo, come al solito, ignorando. Ignorare non è come non sapere, ti ci devi mettere di buona volontà. […] Noi eravamo la gente di cui non si parlava sui giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e questo ci dava più libertà.
Vivevamo negli interstizi tra le storie altrui.”[4]
«Ma quanti premi sta vincendo questa serie tv? La vedo candidata[1] ovunque!»
«Premi della critica o del pubblico?»
«È questa la cosa sconvolgente: entrambi!»
«Wow! Bisogna iniziarla allora»
«Aspetta, c’è di meglio»
«Cosa?»
«E’ tratta da un libro: The Handsmaid’s Tale[2] di Margaret Atwood[3]»
«La stessa Atwood di Alias Grace????»
«Sì»
«Domani lo prendo in libreria!!!»
È andata proprio così, niente ricerche di trama, ambientazione, o altro. Mi sono subito fidata dell’autrice che avevo conosciuto grazie ad un altro romanzo meraviglioso dal quale a breve trarranno (o forse hanno già tratto, devo informarmi) una serie tv: Alias Grace. Un romanzo che mi ha tenuta col fiato sospeso fino alla fine e che mi ricordo ancora come se l’avessi letto ieri nonostante in realtà siano passati almeno dieci anni!
Non so perché in tutto questo tempo non abbia mai letto altro di questa autrice fantastica, forse l’avevo…
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