Che periodo. Non riesco più a ricordare come fosse prima... Le uniche certezze che ho è che solitamente arrivavo alla vigilia che ancora dovevo finire di fare o impacchettare i regali mentre questo anno al 29 novembre avevo già l'albero stracolmo. Come se ci fosse una necessità interiore di riempire la casa di luci e … Continua a leggere “Buone Feste”
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“Il piacere di prendersi una pausa”
Non sono mai stata in Irlanda del Nord, ma grazie a Ian Sansom mi è sembrato di sì, per le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi che traccia con grande maestria. Con una penna ironica e divertente al punto giusto ci regala la meravigliosa figura di un bibliotecario il cui minore dei mali è quello di ritrovare i 15.000 libri perduti del bibliobus che deve condurre tra le verdi strade d’Irlanda; un componimento narrativo ironico all’apparenza, ma serio nell’affrontare il tema doloroso e scoraggiante della sempre più numerosa cessazione delle biblioteche e del sempre minore utilizzo di risorse dei comuni nell’istruzione
Ci sono dei libri nella vita che vanno letti per il semplice piacere di staccare un po’ la spina. Libri con pochi personaggi ma ben delineati, con una trama semplice ma accattivante e che una volta posati non lascino con troppi dubbi e domande, ma semplicemente con un sorriso ironico, e una garbata rilassatezza.
Molti snobbano questo tipo di libri perché pensano che un “vero lettore”, un “lettore di razza” debba per forza citare grandi autori o opere riconosciute dalla critica.
Boiate.
Un vero lettore legge tutto, pure gli harmony. È capace di cogliere la grandezza di capolavori della letteratura così come di ridacchiare su un volumetto d’appendice.
Per cui, diffidate da chi non legge qualcosa di cosidetto “più leggero”. Così come chi non beve vino, ha sicuramente qualcosa da nascondere.
Mentre aiutavo un mio alunno di diritto ed economia dello spettacolo, nell’inverno del 2015 (in quel brevissimo…
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“Scrivere è un mestiere pericoloso!”
Ma, sarà che la persiana sbatte contro il vetro, i lampi illuminano quasi a giorno la stanza, le ombre disegnano sul muro scene di terrore, a me “Misery[1]” sta facendo morire di angoscia!!!
Riga dopo riga, mi sento sempre più dentro la storia, gemo, mi contorco, chiudo gli occhi e poi torno a leggere avidamente; sono tentata di interrompere ma ho paura degli incubi che potrei portarmi nel sonno.
E se sognassi Anne Wilkes[2] e tutte le torture che sta infliggendo al povero Paul Sheldon?
La trama non è poi così surreale come “The Dome”, “L’acchiappasogni” o “Carrie”. Niente alieni, bambole assassine o fenomeni sovrannaturali a mitigare le nostre ansie e consolarci con la chiara prospettiva del <>. No, qui i personaggi sono reali come noi! Veri, realistici. Niente magie vodoo, niente di extraterrestre.
Una fan psicopatica e uno scrittore stanco.
È Inverno, piena notte, il cielo ha deciso di venire giù a secchiate mentre si scatenano fulmini e tuoni. Un improvviso calo di corrente mi fa quasi urlare, mi trattengo a stento dal correre nel lettone dei miei come facevo da bambina. Ma non è certo il temporale a terrorizzarmi, è il libro che sto leggendo tutto d’un fiato alla debole luce dell’abat-jour nella casa dei nonni che scricchiola e cigola e già di suo mette ansia. Il libro l’ho iniziato poche ore prima, ma non riesco a staccarmene, nonostante il freddo, il sonno, l’angoscia che pagina dopo pagina mi sta salendo.
Avevo già letto romanzi di Stephen King, ma solitamente data l’eterna descrizione di ogni dettaglio, anche il più inutile, l’ansia non mi era mai salita. Nemmeno con IT, se non in un paio di scene. Il pregio di King è anche il suo difetto a…
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“Il piacere di prendersi una pausa”
Ci sono dei libri nella vita che vanno letti per il semplice piacere di staccare un po’ la spina. Libri con pochi personaggi ma ben delineati, con una trama semplice ma accattivante e che una volta posati non lascino con troppi dubbi e domande, ma semplicemente con un sorriso ironico, e una garbata rilassatezza. Molti … Continua a leggere “Il piacere di prendersi una pausa”