“Lo speed date”

Hai solo tre minuti, cosa dici? Su cosa punti? Sei in grado di ammaliare e conquistare qualcuno solo con 180 secondi di parole a tua disposizione?

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Tutto è nato da questa semplicissima domanda.

Nei film le vediamo continuamente, persone che vanno a questi incontri-lampo per trovare l’anima gemella. Bisogna ricordare però che lì c’è uno sceneggiatore, che ha scritto delle frasi, ha pensato alla scena, ha deciso se in quei tre minuti dai il meglio di te e scocca la scintilla o se invece fai una figura meschina e imbarazzante, dipende da quanto sei importante nel film…

Ma come funziona nella vita vera?

Tre minuti.

Manco l’uovo sodo si fa in così poco. Che ti inventi? Punterai sul lavoro? Sulla personalità? Mentirai?

Continuavo a chiedermelo, curiosa, così ho deciso e questa estate l’ho fatto: mi sono iscritta a uno speed date con la mia coinquilina.

Partiamo dall’iscrizione che è…

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“Mai ordinare crostacei al Primo Appuntamento (o in qualsiasi appuntamento)”

Non fraintendetemi, non è questione di gusto: i crostacei sono deliziosi, ma sono i nemici numero uno della comodità.

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La mia amica N. non usciva con un ragazzo da così tanto tempo da aver comprato una lettiera, gesto che di per sé non sarebbe suonato tanto pericoloso se non fosse che N. è allergica al pelo del gatto e una volta per poco non ci finiva secca a casa di amici con due bei persiani.

Allergy GIFs | TenorCosì ho fatto quello che una buona amica non dovrebbe mai fare: le ho organizzato un appuntamento con un amico di un amico.

Le credenziali c’erano, a detta del mio amico E., ma meglio sempre verificare di persona, così ho prima organizzato un’uscita di gruppo coinvolgendolo. Dalle mie attente analisi il ragazzo non sembrava essere troppo male, l’aspetto era gradevole, il linguaggio colorito ma mai estremamente volgare, nessuna fisima sul cibo, passione moderata per il calcio con consapevole esistenza di altri trilioni di sport… insomma, potevo presentare R. ad N.

Combino la serata, io…

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“Trova le differenze…”

Anche a casa mia ci sono dei libri, sistemati alla meglio nello scaffaletto in metallo preso da Ikea, alcuni visibilmente sgualciti – testimoni e vittime dei mie stralunati e tribolati anni universitari- altri immacolati, facenti parte della categoria: “prima o poi lo leggo”, e poi ci sono sempre quattro-cinque libri sparsi nella stanza (sul comodino, sul puff, sulla scrivania) con delle orecchiette tra la copertina e le prime pagine: la categoria “poi li riprendo”, mollati per la mia farlocca capacità di gestione del tempo, e neanche uno che avesse un fotXXo segnalibro, quindi spesso mi capita di leggere per la cinquantesima volta le stesse pagine.

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Il motore di ricerca più famoso del mondo è per me una droga. Qualsiasi dubbio che mi sorge è subito sanato dalle mie dita cicciotte e dal mio frenetico digitare. Cerco di tutto, dalle biografie dei personaggi culturalmente e socialmente noti alle notizie dal mondo, dalle ricette culinarie ai consigli dei medici on line, dalle recensioni di libri, spettacoli teatrali, televisivi, cinematografici agli articoli più disparati di perfetti sconosciuti che hanno potuto diffondere i loro pensieri grazie al fantastico mondo dell’Internet.

Fino a qui: niente di strano.

Chiunque, quasi quotidianamente, soddisfa le proprie curiosità o la propria sete di conoscenza…  ma io, troppo spesso, faccio quel passo in più che a volte sarebbe meglio, anzi: salutare, proprio non fare. Io digito sul motore di ricerca persone che conosco solo per vie traverse e mi informo dei loro status o pubblicazioni sui vari social.. No! Non è…

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“Cosmopolitan, Uomini e… La Città”

Prendete uno shaker, versatevi del ghiaccio, quindi la Vodka, il Cointreau, il succo di ribes e il succo di lime. Shakerate ben bene ed energicamente e avrete così ottenuto il Cosmopolitan.

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**COSMOPOLITAN

Ingredienti
-5 parti di Vodka
-3 parti di Cointreau
– 2 parti di succo di lime
-3 parti di succo di ribes
-Ghiaccio q.b.

 

Preparazione

Prendete uno shaker, versatevi del ghiaccio, quindi la Vodka, il Cointreau, il succo di ribes e il succo di lime. Shakerate ben bene ed energicamente e avrete così ottenuto il Cosmopolitan.

New Yorkè, credo, la città più citata nel mondo dei media. Per tutti i libri, i film, le serie tv che ci hanno nel corso degli anni ambientato, che piaccia o non piaccia, tutti si sono sentiti appartenenti al popolo newyorkese almeno una volta!
Abbiamo incrociato Ally nelle strade di Manhattan, seguito le lezioni accanto a Blair alla NYU, fatto colazione al Central Perk, inseguito i criminali per le vie di Brooklyn.
New York è la meta, il sogno, l’obiettivo.

Sicuramente gli Stati Uniti offrono città e panorami molto più…

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“Al Cuor non si comanda, ma allo Sguardo sì (ovvero di Tette Inesistenti)”

Be, mie care tettone, lasciatevi dire che anche la vita di noi piatte non è affatto facile.

Innanzitutto noi con il cromosoma Y dobbiamo conversare!
Ci pensate???
E poi ci guardano in faccia, il che vuol dire che dobbiamo stare sempre attente a non fare smorfie quando rispondono!

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Mi è capitato, qualche giorno fa, di imbattermi in un post su facebook che recitava così:

“IL BRUTTO DI NON AVERE LE TETTE E’ CHE DEVI USARE IL CERVELLO TUTTO IL GIORNO.”

Lì per lì ho sorriso e ho scorso avanti. 

inesistentiPoi però sono tornata indietro, ho salvato il post e ho cominciato a ripostarlo in tutti i miei social, anche come status di whatsapp, mentre a galla mi riveniva in mente come un film dal montaggio alla Memento, tutto il periodo (balordo) delle medie!

Mentre alle mie compagne di classe cominciava a spuntare un fisico da donna, io restavo piatta come una tavola da surf. Qualche insegnante un po’ sciroccata mi diceva che era perché non mangiavo abbastanza proteine… mia madre che dovevo avere pazienza, le tettone che almeno io potevo ancora indossare una maglietta attillata senza che i maschi mi fissassero.
No, non mi fissavano manco per…

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“Al Cuor non si comanda, ma allo Sguardo sì… (ovvero di Tette Ingombranti)”

Vi era in particolare un ragazzo che io ed una mia amica avevamo ribattezzato il fissatette. Tutt’oggi sono convinta che non avesse la minima idea di che volto avessi: ogni volta che m’incrociava il suo sguardo si accomodava fra le mie braccia. Ma quello degno di nota è stato il suo primo incontro con le mie curve

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Nella vetrina di una tipografia una volta ho visto una maglietta sulla quale campeggiava la scritta:

LE TETTE SONO LA PROVA CHE L’UOMO RIESCE A CONCENTRARSI SU DUE COSE CONTEMPORANEAMENTE.

A parte il fatto che non so proprio chi avrebbe l’ardire – e l’ardore- di indossare una maglietta del genere, quello che mi son sempre chiesta – da femminuccia vittima di sguardi a volte davvero invadenti- è perché questa parte del corpo femminile attragga così tanto i maschietti. Facendo questa domanda un po’ per gioco sul motore di ricerca per antonomasia mi sono imbattuta in una serie di articoli in cui citavano le più incredibili ricerche universitarie in merito alla questione, svoltesi un po’ dappertutto nel mondo. Ne ho lette di ogni, e sa da un lato mi viene da piangere pensando a come vengono sprecati certi denari, dall’altro mi viene da ridere per il trionfo della banalità con la quale

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“Sette Barbie per un Ken”

Diventa tutto molto confuso, e tu sei lì spaesata che lisci la tua gonna e cerchi di essere ammiccante come puoi, ti hanno consigliato di guardare negli occhi quelli che ti piacciono e quindi ci provi, prendi un bel respiro e lo fai. Il cuore ti batte all’impazzata perché sembra che il ragazzino che hai puntato (il 4 su 5 in ordine di bellezza) venga dalla tua parte, ma invece di prendere la tua mano, prende quella della ragazza dietro di te.

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Fin da bambina ho sempre avuto una gran passione per le Barbie, ne ho collezionate 100 in totale (facendo la somma di quelle mie e di quelle di mia sorella), e per un totale di 100 Barbie mi sono stati regalati solo due Ken.

Poverini hanno avuto sempre un gran da fare.
Con il passare degli anni, quando ho preso la drastica decisione di portare tutte le mie Barbie in cantina e dar loro il meritato pensionamento, ho riflettuto molto sulla scelta di avermi regalato così tante Barbie e così pochi Ken.
Questo è esattamente lo specchio della nostra società!!

Non si dice forse che nascano circa sette donne per ogni uomo?

Tra i tanti episodi che corroborano questa (terrificante) teoria, uno è ancora vivido nella mia memoria e riesce ancora ad oggi a strapparmi un sorriso rassegnato.

Vi ricordate dove si svolgevano le vecchie feste di compleanno tra liceali?

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“Il Mittente”

Potrei star qui altri quindici minuti a dirmi che è colpa del messaggio, delle parole, della punteggiatura, ma la dura verità e che questo ragazzo è decisamente un QPD, potrebbe scrivere una canzone per me e mi farebbe lo stesso effetto di dover mangiare un minestrone sciapo in pieno agosto; e allora sorge spontanea la domanda, vale la pena impegnarsi tanto?

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32_ il mittente

È da un po’ che penso che i ragazzi si dividono in due categorie generali – al cui interno possiamo ovviamente trovare diverse e variegate sfumature- QuelPoveroDisgraziato ( anche dettoQPD) e ColuiCheCiFaBattereIlCuore (abbreviato inCBC).

QPD non ci piace.
CBC sì.
Facile e indolore (più o meno).

Come riconoscerli?  

Se CBC ci invia un messaggio così così, o proprio cretino, riusciremo sempre a trovargli una sfumatura carina, un risvolto simpatico o una giustificazione profonda; ma se a inviarlo è QPD, allora nemmeno citando Shakespeare riuscirebbe a smuoverci. Probabilmente si impegna anche tanto, ci pensa, scrive, cancella, riscrive. 

Si inventa le scuse più disparate solo per poterci contattare. Ma niente. Non ci smuove dall’educata risposta di cortesia.

(Di buono c’è da dire che il QPD di una potrebbe essere il CBC di un’altra… quindi mai disperare! Ma visto che Cupido è un bastardo, non ci…

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