“Eppure, la memoria ci dice che questo è quello che si è stati, e ci sommerge un rimpianto che non sappiamo cancellare”.[7]
«Pioveva la sera che mio padre cambiò il corso della mia vita».[1]
E pioveva la sera che mia madre mi porse questo libro una sera d’autunno di ormai otto anni fa. Questo libro le era stato consigliato a sua volta da una amica, a cui lo aveva regalato la madre, che aveva letto una buona recensione: la scrittrice Benedetta Cibrario[2] si è aggiudicata nel 2008 il Premio Campiello– e così via…
Di donna in donna, questo romanzo è arrivato a me. Credo sia un caso che nessun possessore di cromosoma Y sia stato citato, poiché è un romanzo senza alcuna pretesa di finire della categoria “rosa”. Una categoria, tra l’altro, che non apprezzo particolarmente.
E poi perché rosa[3]? Non potevano essere romanzi arancioni? Blu o smeraldo?
Bah.
Prendo del Rossovermiglio[4] dalla cantina per far onore al nome del libro, e mi accomodo in…
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